Dopo 4 anni l'ex presidente dell'ATC 19 è stato assolto da 12 capi di imputazione. Gli è stato attribuito solamente un reato così piccolo da non essere iscrivibile nel casellario giudiziario. Gli altri coinvolti nell'indagine? tutti assolti. Eppure nella civetta della Nazione si legge: “Caccia, condannato ex presidente ATC”.
Scriverò anche oggi. Tutta colpa di quella simpaticissima civetta schock della Nazione. Ma non l'hanno ancora capito che senza un po' di coerenza e di onestà intellettuale questi giornali non se li filerà più nessuno? E lo scrivo con dispiacere e speranza, perché l'ho sempre amata la carta stampata.
Qualche settimana fa, mentre stavo giocando ai giardinetti con mio figlio, non ho potuto fare a meno di ascoltare un signore mentre parlava a mia moglie. Era vestito in maniera elegante, indossava una camicia rosa e, mentre teneva al guinzaglio il suo cagnolino, le raccontava del suo lavoro da giornalista alla Nazione di Siena, di cronaca giudiziaria, di Indro Montanelli, di come bisogna consumarsi le scarpe per scoprire la verità ecc. ecc.
Mi sono detto "o questo ci sta provando con mia moglie (e come dargliene torto), oppure, vista l'età, è da un bel po' che non frequenta quella redazione".
Perché negli ultimi 4 anni, ossia da quando la Nazione di Siena si è interessata all'ATC 19 chi ha seguito questo caso deve avere risparmiato parecchio sulle scarpe. Altro che andare di persona alla ricerca della verità, non c'è mai stata neanche una telefonata alle persone indagate né tanto meno ai loro difensori. Niente di niente, da quell'orecchio non hanno mai voluto sentire!
Che fine hanno fatto tutti quegli articoloni? le prove schiaccianti, il malcostume italiano, la corruzione, la concussione, l'uomo ambizioso e intimidatorio che si era circondato di figure complici per agire nel proprio interesse a discapito di quello pubblico, i tredici pesantissimi capi d'accusa, le cose che si mettono male e ancora una volta le prove schiaccianti e quel bilancio da un milione di euro a distrarre la fantasia delle persone in chi sa quale direzione. E poi le civette, i nomi e i cognomi. Sempre i soliti due ovviamente.
Tutte quelle parole hanno stimolato i racconti più stravaganti delle persone: di valigette piene di soldi trovate a casa di mio babbo (che poi sarebbe insieme alla Nazione di Siena il protagonista di questo articolo, ossia l'ex presidente dell'ATC 19), di conti in Svizzera e di chissà quante altre cose.
La verità è che l'ATC 19 era una delle poche ad avere sempre avuto i conti in regola, nel periodo indagato aveva addirittura ridotto il costo di alcuni appalti di oltre il 40%, migliorando così tanto la qualità di quei servizi da dimezzare le richieste dei danni provocati dalla selvaggina agli agricoltori. (circa 95.000 euro l’anno dal 1997 al 2010 - circa 41.000 nel 2013).
E ovviamente non è mai stato scritto niente neppure dell’Osservatorio nazionale della Caccia, che ogni anno valutava l'ATC 19 come il migliore ATC d’Italia, mentre Provincia e Regione ne parlavano come di un loro fiore all’occhiello.
Anche se le ragioni della volontà e della morale non sempre coincidono con quelle di un processo, abbiamo sempre avuto fiducia nella legge. Siamo sempre stati sicuri della regolarità delle nostre azioni e della bontà del nostro comportamento e i nostri avvocati sono stati bravissimi a farli valere in aula. Ci hanno sempre creduto e sostenuto ed io non posso fare a meno di ringraziare sia l'avvocato Enrico De Martino, che l'avvocato Beniamino Schiavone. Due professionisti e due persone eccezionali.
La cosa che invece ci ha creato i maggiori danni e che ci ha dato più fastidio sono le mezze verità della Nazione di Siena, che poi è la testata giornalistica che ha seguito il caso.
L'ultima è quella di oggi. Non tanto per quello che è scritto nell'articolo, quanto per il titolo e la civetta. Chiunque fa questo mestiere, a meno che non sia un totale incompetente sa che quando scrivi nella civetta: "Caccia, condannato ex presidente ATC" crei delle connessioni semantiche negative tali da condizionare la lettura di tutto quello che viene dopo.
Quindi facciamo un bel respiro, mettiamo da parte il titolone (ci torneremo più avanti) e scopriamo come si è conclusa la vicenda.
Dopo aver passato "ai raggi x" i nostri conti correnti senza trovare alcun ché la magistratura si è concentrata su 5 anni di faldoni, mail e messaggi telefonici per cercare una qualche irregolarità burocratica. Da incrociare le dita! Perché il comitato di gestione di un'ATC è composto da agricoltori, pensionati, gente comune in rappresentanza delle varie associazioni agricole, venatorie e ambientaliste. Quanto vuoi che ne sappiano di diritto amministrativo! E invece a quanto pare hanno dimostrato di cavarsela, almeno quanto basta.
Mio babbo è stato assolto da 12 capi di imputazione, di quelli gravi! Gli è stato attribuito solamente un reato così piccolo da non essere nemmeno iscrivibile nel casellario giudiziario. Questo capo di imputazione non gli comporterà niente di ché. Ma, a scanso di equivoci, faremo comunque ricorso in appello. Ricorso che siamo sicurissimi verrà accolto favorevolmente.
Già mi sono dimenticato di raccontare quale sarebbe questo reato: in pratica dopo anni di indagini congiunte è venuto fuori che in uno dei "milioni" di verbali di assemblea redatti dall'ATC 19 mio babbo aveva scritto a penna le parole "ha detto di non essere interessata telefonicamente" riferendosi ad una ditta che non aveva risposto ad una richiesta di preventivo. Oltre a non avere condizionato alcun ché quella scritta, mio babbo sostiene che è quanto gli avrebbero riferito in ufficio. Evidentemente il giudice ha ritenuto di non avere gli elementi per credergli ... e noi glieli porteremo.
Questo è l'unico fatto che è emerso! Vi pare meritasse un arresto? (a chi non lo sapesse faccio presente che mio babbo è stato messo agli arresti domiciliari perché avrebbe potuto inquinare chissà quali prove), e soprattutto vi pare che questo reato meritasse tutto questo clamore mediatico? Chi non ci è passato non può rendersi conto di quanti cambiamenti porta una tale ondata di cattiveria mediatica nella vita di una persona.
Un applauso al sabotatore dunque e avanti con i festeggiamenti!!!
M. S.
Scriverò anche oggi. Tutta colpa di quella simpaticissima civetta schock della Nazione. Ma non l'hanno ancora capito che senza un po' di coerenza e di onestà intellettuale questi giornali non se li filerà più nessuno? E lo scrivo con dispiacere e speranza, perché l'ho sempre amata la carta stampata.
Qualche settimana fa, mentre stavo giocando ai giardinetti con mio figlio, non ho potuto fare a meno di ascoltare un signore mentre parlava a mia moglie. Era vestito in maniera elegante, indossava una camicia rosa e, mentre teneva al guinzaglio il suo cagnolino, le raccontava del suo lavoro da giornalista alla Nazione di Siena, di cronaca giudiziaria, di Indro Montanelli, di come bisogna consumarsi le scarpe per scoprire la verità ecc. ecc.
Mi sono detto "o questo ci sta provando con mia moglie (e come dargliene torto), oppure, vista l'età, è da un bel po' che non frequenta quella redazione".
Perché negli ultimi 4 anni, ossia da quando la Nazione di Siena si è interessata all'ATC 19 chi ha seguito questo caso deve avere risparmiato parecchio sulle scarpe. Altro che andare di persona alla ricerca della verità, non c'è mai stata neanche una telefonata alle persone indagate né tanto meno ai loro difensori. Niente di niente, da quell'orecchio non hanno mai voluto sentire!
Che fine hanno fatto tutti quegli articoloni? le prove schiaccianti, il malcostume italiano, la corruzione, la concussione, l'uomo ambizioso e intimidatorio che si era circondato di figure complici per agire nel proprio interesse a discapito di quello pubblico, i tredici pesantissimi capi d'accusa, le cose che si mettono male e ancora una volta le prove schiaccianti e quel bilancio da un milione di euro a distrarre la fantasia delle persone in chi sa quale direzione. E poi le civette, i nomi e i cognomi. Sempre i soliti due ovviamente.
Tutte quelle parole hanno stimolato i racconti più stravaganti delle persone: di valigette piene di soldi trovate a casa di mio babbo (che poi sarebbe insieme alla Nazione di Siena il protagonista di questo articolo, ossia l'ex presidente dell'ATC 19), di conti in Svizzera e di chissà quante altre cose.
La verità è che l'ATC 19 era una delle poche ad avere sempre avuto i conti in regola, nel periodo indagato aveva addirittura ridotto il costo di alcuni appalti di oltre il 40%, migliorando così tanto la qualità di quei servizi da dimezzare le richieste dei danni provocati dalla selvaggina agli agricoltori. (circa 95.000 euro l’anno dal 1997 al 2010 - circa 41.000 nel 2013).
E ovviamente non è mai stato scritto niente neppure dell’Osservatorio nazionale della Caccia, che ogni anno valutava l'ATC 19 come il migliore ATC d’Italia, mentre Provincia e Regione ne parlavano come di un loro fiore all’occhiello.
Anche se le ragioni della volontà e della morale non sempre coincidono con quelle di un processo, abbiamo sempre avuto fiducia nella legge. Siamo sempre stati sicuri della regolarità delle nostre azioni e della bontà del nostro comportamento e i nostri avvocati sono stati bravissimi a farli valere in aula. Ci hanno sempre creduto e sostenuto ed io non posso fare a meno di ringraziare sia l'avvocato Enrico De Martino, che l'avvocato Beniamino Schiavone. Due professionisti e due persone eccezionali.
La cosa che invece ci ha creato i maggiori danni e che ci ha dato più fastidio sono le mezze verità della Nazione di Siena, che poi è la testata giornalistica che ha seguito il caso.
L'ultima è quella di oggi. Non tanto per quello che è scritto nell'articolo, quanto per il titolo e la civetta. Chiunque fa questo mestiere, a meno che non sia un totale incompetente sa che quando scrivi nella civetta: "Caccia, condannato ex presidente ATC" crei delle connessioni semantiche negative tali da condizionare la lettura di tutto quello che viene dopo.
Quindi facciamo un bel respiro, mettiamo da parte il titolone (ci torneremo più avanti) e scopriamo come si è conclusa la vicenda.
Dopo aver passato "ai raggi x" i nostri conti correnti senza trovare alcun ché la magistratura si è concentrata su 5 anni di faldoni, mail e messaggi telefonici per cercare una qualche irregolarità burocratica. Da incrociare le dita! Perché il comitato di gestione di un'ATC è composto da agricoltori, pensionati, gente comune in rappresentanza delle varie associazioni agricole, venatorie e ambientaliste. Quanto vuoi che ne sappiano di diritto amministrativo! E invece a quanto pare hanno dimostrato di cavarsela, almeno quanto basta.
Mio babbo è stato assolto da 12 capi di imputazione, di quelli gravi! Gli è stato attribuito solamente un reato così piccolo da non essere nemmeno iscrivibile nel casellario giudiziario. Questo capo di imputazione non gli comporterà niente di ché. Ma, a scanso di equivoci, faremo comunque ricorso in appello. Ricorso che siamo sicurissimi verrà accolto favorevolmente.
Già mi sono dimenticato di raccontare quale sarebbe questo reato: in pratica dopo anni di indagini congiunte è venuto fuori che in uno dei "milioni" di verbali di assemblea redatti dall'ATC 19 mio babbo aveva scritto a penna le parole "ha detto di non essere interessata telefonicamente" riferendosi ad una ditta che non aveva risposto ad una richiesta di preventivo. Oltre a non avere condizionato alcun ché quella scritta, mio babbo sostiene che è quanto gli avrebbero riferito in ufficio. Evidentemente il giudice ha ritenuto di non avere gli elementi per credergli ... e noi glieli porteremo.
Questo è l'unico fatto che è emerso! Vi pare meritasse un arresto? (a chi non lo sapesse faccio presente che mio babbo è stato messo agli arresti domiciliari perché avrebbe potuto inquinare chissà quali prove), e soprattutto vi pare che questo reato meritasse tutto questo clamore mediatico? Chi non ci è passato non può rendersi conto di quanti cambiamenti porta una tale ondata di cattiveria mediatica nella vita di una persona.
Un applauso al sabotatore dunque e avanti con i festeggiamenti!!!
M. S.