Una onlus per aiutare i ragazzi provenienti da paesi dell’Africa occidentale a sollevarsi dallo stato di isolamento e di ozio forzato. E’ la chiamata ad unire le sensibilità in un territorio vasto a sud della regione, tra i comuni di Chiusi, Chianciano e Sarteano, la val d’Orcia e l’Amiata.
Una pattuglia di insegnanti, imprenditori, antropologi,
artigiani, persone sensibili al tema dell’incontro interculturale e dell’accoglienza di chi fugge dall’orrore. La scossa viene da loro. E’ la chiamata ad unire le sensibilità in un territorio vasto a sud della regione, tra i comuni di Chiusi, Chianciano e Sarteano, la val d’Orcia e l’Amiata, per raccogliere le energie intorno ad una onlus di nuova costituzione messa a sostegno dei ragazzi provenienti da paesi dell’Africa occidentale (Gambia, Senegal, Nigeria, Mali, Costa d’Avorio, Guinea Bissau), dal Bangladesh, dall’Afghanistan e dal Pakistan. “Siamo entrati nei centri di accoglienza dei richiedenti asilo, questi ragazzi vivono in un limbo di incertezza e di mancanza di prospettive – raccontano i promotori della onlus - Chiediamo che altre persone si uniscano a noi per aiutare questi giovani a sollevarsi dallo stato di isolamento e di ozio forzato, fattori che troppo spesso generano uno stato di profonda depressione ed abulia”.
La nuova onlus, che si chiamerà “Incontriamoci”, sarà come un network di coordinamento dei diversi sforzi per promuovere l’integrazione dei richiedenti asilo sul piano sociale, linguistico, culturale, ricreativo, sportivo e, soprattutto di formazione al lavoro. L’appuntamento fondativo della onlus è fissato per venerdì 21 aprile, alle ore 16.30, presso la Sala San Francesco a Chiusi Città (dietro la Chiesa di S. Francesco – posteggio Porta Lavinia, ex lavatoi). “Desideriamo estendere l’invito anche alle zone limitrofe al nostro territorio, in particolare alle realtà operanti nell’accoglienza dei richiedenti asilo dei comuni di San Giovanni d’Asso, dell’Amiata, di Montalcino, della Val d’Orcia e oltre”, spiegano i promotori.
Chi ha ideato l’evento ha già fatto molto per i richiedenti asilo. Un esempio è il progetto di integrazione lavorativa e sociale, con formazione diurna in un podere dell’Azienda Chiarentana, in Val d’Orcia, che mette a disposizione un grande pollaio per l’avicoltura (polli, anatre, oche) e un terreno da destinare alle produzioni orticole, tutte rigorosamente biologiche, con tirocinio di 15 giorni presso una realtà di coltivazione o trasformazione operante nel territorio, rilascio di un attestato utile per l’assunzione nel settore (il progetto prevede una durata di due anni, con 4 o 5 cicli di 10/15 migranti che si susseguono a turno). Sono stati inoltre promossi un laboratorio d’arte e l’organizzazione di un corso sperimentale per ottenere la licenza media per 50 migranti con corsi pratici per apprendere nozioni di sala/bar e cucina.
Nel periodo natalizio alcuni giovani sono stati coinvolti in un progetto per l’impacchettamento dei regali natalizi, altri hanno affiancato i volontari nell’allestimento dei servizi del parco di Babbo Natale a Chianciano e nella pulizia delle aree verdi. Alle scuole sono state proposte attività comuni tra studenti e alcuni migranti. E’ solo l’inizio. Molto altro farà il network di generosità raccolto intorno alla onlus.
Una pattuglia di insegnanti, imprenditori, antropologi,
artigiani, persone sensibili al tema dell’incontro interculturale e dell’accoglienza di chi fugge dall’orrore. La scossa viene da loro. E’ la chiamata ad unire le sensibilità in un territorio vasto a sud della regione, tra i comuni di Chiusi, Chianciano e Sarteano, la val d’Orcia e l’Amiata, per raccogliere le energie intorno ad una onlus di nuova costituzione messa a sostegno dei ragazzi provenienti da paesi dell’Africa occidentale (Gambia, Senegal, Nigeria, Mali, Costa d’Avorio, Guinea Bissau), dal Bangladesh, dall’Afghanistan e dal Pakistan. “Siamo entrati nei centri di accoglienza dei richiedenti asilo, questi ragazzi vivono in un limbo di incertezza e di mancanza di prospettive – raccontano i promotori della onlus - Chiediamo che altre persone si uniscano a noi per aiutare questi giovani a sollevarsi dallo stato di isolamento e di ozio forzato, fattori che troppo spesso generano uno stato di profonda depressione ed abulia”.
La nuova onlus, che si chiamerà “Incontriamoci”, sarà come un network di coordinamento dei diversi sforzi per promuovere l’integrazione dei richiedenti asilo sul piano sociale, linguistico, culturale, ricreativo, sportivo e, soprattutto di formazione al lavoro. L’appuntamento fondativo della onlus è fissato per venerdì 21 aprile, alle ore 16.30, presso la Sala San Francesco a Chiusi Città (dietro la Chiesa di S. Francesco – posteggio Porta Lavinia, ex lavatoi). “Desideriamo estendere l’invito anche alle zone limitrofe al nostro territorio, in particolare alle realtà operanti nell’accoglienza dei richiedenti asilo dei comuni di San Giovanni d’Asso, dell’Amiata, di Montalcino, della Val d’Orcia e oltre”, spiegano i promotori.
Chi ha ideato l’evento ha già fatto molto per i richiedenti asilo. Un esempio è il progetto di integrazione lavorativa e sociale, con formazione diurna in un podere dell’Azienda Chiarentana, in Val d’Orcia, che mette a disposizione un grande pollaio per l’avicoltura (polli, anatre, oche) e un terreno da destinare alle produzioni orticole, tutte rigorosamente biologiche, con tirocinio di 15 giorni presso una realtà di coltivazione o trasformazione operante nel territorio, rilascio di un attestato utile per l’assunzione nel settore (il progetto prevede una durata di due anni, con 4 o 5 cicli di 10/15 migranti che si susseguono a turno). Sono stati inoltre promossi un laboratorio d’arte e l’organizzazione di un corso sperimentale per ottenere la licenza media per 50 migranti con corsi pratici per apprendere nozioni di sala/bar e cucina.
Nel periodo natalizio alcuni giovani sono stati coinvolti in un progetto per l’impacchettamento dei regali natalizi, altri hanno affiancato i volontari nell’allestimento dei servizi del parco di Babbo Natale a Chianciano e nella pulizia delle aree verdi. Alle scuole sono state proposte attività comuni tra studenti e alcuni migranti. E’ solo l’inizio. Molto altro farà il network di generosità raccolto intorno alla onlus.