Il Quartiere Travaglio ha organizzato per il fine settimana i Festeggiamenti della 24esima Vittoria riportata sul campo lo scorso 25 ottobre e di San Donnolo Donnoli, il Santo più importante di Montalcino.
I festeggiamenti iniziano sabato 11 giugno con la Gara San Donnolo Donnoli dal 1971 ad oggi; alle 14
estrazione degli arcieri presso la Piazzetta dell’Arabo, a seguire si sfideranno le seguenti categorie: la storia, il futuro, i giorni nostri; alle 19.30 presentazione del Numero Unico e Sito Internet presso il Palazzo Comunale Storico; alle 20.30 aperitivo cena presso i Loggiati di Piazza del Popolo e, infine, alle 22 il Travaglio presenta “Non ci resta che vincere…ancora”, a seguire Disco Dance by Nico D3. Il giorno successivo, ovvero domenica 12 giugno, alle 10 Santa Messa presso la Chiesa dell’Osservanza, a seguire la comparsa sfilerà per le vie del paese; alle 13 Pranzo della Vittoria (in caso di maltempo il pranzo si svolgerà nei Loggiati di Piazza del Popolo).
Ma a questo punto – direbbe qualcuno – viene spontaneo chiedersi chi è San Donnolo Donnnoli. Per parlare del santo ilcinese occorre allargare il discorso ai cosiddetti “Martiri di Ceuta”. San Daniele e compagni, martiri di Ceuta appunto, sono stati sette frati minori francescani, missionari che nel 1227 furono inviati da frate Elia, capo dell’Ordine, dalla Toscana fra le popolazioni maomettane di Ceuta, in Marocco. Portarono avanti un’opera di evangelizzazione nel nome di Gesù Cristo, ma furono presto incarcerati e indotti ad abiurare la fede cristiana; tuttavia riuscirono a resistere dal farlo ma furono condannati alla decapitazione. I corpii dei martiri, recuperati dai mercanti cristiani occidentali, furono sepolti nei sobborghi della stessa Ceuta; sono: Daniele, originario di Belvedere in Calabria; Angelo, Samuele, Leone, Niccolà di Sassoferrato, Ugolino e, appunto, Donnolo (o Domnu o Donolo) di Montalcino. Erano tutti sacerdoti, eccetto il martire ilcinese. Dopo una permanenza in Spagna, i sette si trasferirono, suddivisi in due gruppi distinti, a Ceuta, in un luogo in cui le autorità avevano proibito ogni forma di propaganda cristiana. Essi tuttavia svolsero attività di proselitismo presso i numerosi mercanti delle Repubbliche Marinare di Pisa e Genova, nonché provenienti da Marsiglia. Nell’autunno del 1227 decisero di iniziare la predicazione alla popolazione islamica. Su disposizione di Papa Leone X del 22 gennaio 1516 (sono passati esattamente 500 anni) vengono commemorati il 13 ottobre, anche se l’insieme dei compagni di martirio viene ricordato anche il 10 ottobre. I travaglino e i montalcinesi tutti sono particolarmente orgogliosi di avere avuto tra i propri concittadini del passato un santo di tale tempra e fede cristiana: ne è testimonianza che la strada principale del quartiere Travaglio è intitolata da tempi immemorabili proprio a San Donnoli, prende il nome infatti di Via Donnoli.
Roberto Cappelli
I festeggiamenti iniziano sabato 11 giugno con la Gara San Donnolo Donnoli dal 1971 ad oggi; alle 14
estrazione degli arcieri presso la Piazzetta dell’Arabo, a seguire si sfideranno le seguenti categorie: la storia, il futuro, i giorni nostri; alle 19.30 presentazione del Numero Unico e Sito Internet presso il Palazzo Comunale Storico; alle 20.30 aperitivo cena presso i Loggiati di Piazza del Popolo e, infine, alle 22 il Travaglio presenta “Non ci resta che vincere…ancora”, a seguire Disco Dance by Nico D3. Il giorno successivo, ovvero domenica 12 giugno, alle 10 Santa Messa presso la Chiesa dell’Osservanza, a seguire la comparsa sfilerà per le vie del paese; alle 13 Pranzo della Vittoria (in caso di maltempo il pranzo si svolgerà nei Loggiati di Piazza del Popolo).
Ma a questo punto – direbbe qualcuno – viene spontaneo chiedersi chi è San Donnolo Donnnoli. Per parlare del santo ilcinese occorre allargare il discorso ai cosiddetti “Martiri di Ceuta”. San Daniele e compagni, martiri di Ceuta appunto, sono stati sette frati minori francescani, missionari che nel 1227 furono inviati da frate Elia, capo dell’Ordine, dalla Toscana fra le popolazioni maomettane di Ceuta, in Marocco. Portarono avanti un’opera di evangelizzazione nel nome di Gesù Cristo, ma furono presto incarcerati e indotti ad abiurare la fede cristiana; tuttavia riuscirono a resistere dal farlo ma furono condannati alla decapitazione. I corpii dei martiri, recuperati dai mercanti cristiani occidentali, furono sepolti nei sobborghi della stessa Ceuta; sono: Daniele, originario di Belvedere in Calabria; Angelo, Samuele, Leone, Niccolà di Sassoferrato, Ugolino e, appunto, Donnolo (o Domnu o Donolo) di Montalcino. Erano tutti sacerdoti, eccetto il martire ilcinese. Dopo una permanenza in Spagna, i sette si trasferirono, suddivisi in due gruppi distinti, a Ceuta, in un luogo in cui le autorità avevano proibito ogni forma di propaganda cristiana. Essi tuttavia svolsero attività di proselitismo presso i numerosi mercanti delle Repubbliche Marinare di Pisa e Genova, nonché provenienti da Marsiglia. Nell’autunno del 1227 decisero di iniziare la predicazione alla popolazione islamica. Su disposizione di Papa Leone X del 22 gennaio 1516 (sono passati esattamente 500 anni) vengono commemorati il 13 ottobre, anche se l’insieme dei compagni di martirio viene ricordato anche il 10 ottobre. I travaglino e i montalcinesi tutti sono particolarmente orgogliosi di avere avuto tra i propri concittadini del passato un santo di tale tempra e fede cristiana: ne è testimonianza che la strada principale del quartiere Travaglio è intitolata da tempi immemorabili proprio a San Donnoli, prende il nome infatti di Via Donnoli.
Roberto Cappelli