A dispetto di chi vuole che a Montalcino ci sia di che divertirsi, molti lamentano il fatto che mancano forme di aggregazione ...
Sono le ore 17 e mi trovo nel pieno centro di Montalcino, tra Piazza del Popolo e Piazza Garibaldi, conosciuta da tutti gli ilcinesi come Piazza Padella. Si notano diversi gruppetti di turisti che
girano per la cittadina, ma si nota anche – con non celato rammarico – che non vi sono i montalcinesi in giro, come invece accadeva una volta.
Qualcuno, con cui mi capita di parlare, mi dice che il motivo è dovuto in parte al fatto che molte persone hanno un secondo lavoro, che vale a far quadrare il bilancio familiare e a permettersi qualche sfizio in più, in parte al fatto che il costo della vita è molto aumentato e allora o ti metti al bar e consumi o vai a fare la spesa alla Coop: per molti, specie per le persone anziane, entrambe le cose non sono compatibili… problemi di “sghei”.
Anche quelle belle comitive di una volta – ma non pensiamo a cent’anni fa, bensì a qualche lustro fa – che si mettevano ai bar di piazza – La Fiaschetteria o il Cacciatore (ora Logge di Piazza) – consumando caffè, sorseggiando qualche bevanda, leccando un bel gelato, semplicemente per il gusto di fare conversazione con amici vecchi e nuovi non si vedono più, sembra che si siano sciolte o più semplicemente dissolte come neve al sole.
Dicevamo che i turisti non mancano, per lo più sono europei, in particolare francesi, tedeschi e spagnoli, ma non mancano gli americani, mentre ultimamente sembrano diminuiti i brasiliani. Sono turisti di tutte le età, dai più giovani – ragazzo con fidanzatina – ai novelli sposi con pargolo annesso, fino ad arrivare a nutriti gruppi di anziani che forse aspettavano da tempo di poter visitare questa cittadina, nota per il Brunello, ma che sa offrire al turista anche molti altri aspetti, tra i quali quello gastronomico, artistico, paesaggistico e chi più ne ha più ne metta.
In genere si tratta di un turismo di passaggio ma , nello stesso tempo, anche di una certa qualità: i ristoranti, le pizzerie e i punti di ristoro sono in genere abbastanza pieni, magari c’è una maggiore attenzione quando si devono fare gli acquisti ed anche la scelta della bottiglia di Brunello da portare a casa richiede di solito un bel giro fra le varie enoteche per poter trovare quella che fa al caso proprio, che sia di un’azienda conosciuta o che qualche amico gli ha raccomandato ma neppure tanto cara.
I locali si ritrovano invece in Parrocchia e nelle varie associazioni di cui Montalcino è ricca, ci sono quelle di tipo sportivo, oppure sociale, quelle che ti propongono un divertimento oppure i quartieri, sempre in grado di attrarre a sé molte persone di tutte le età. Nonostante ciò la vivacità della cittadina, almeno per come la conoscevano le persone della mia età – diverse volte “anta” - sembra in declino, non c’è più vita di relazione in Piazza o lungo il corso, le persone - magari si tratta di amici o amiche da una vita - si salutano frettolosamente e se vuoi fare due chiacchiere, allora ti conviene andare a fare la spesa alla Coop, dove è più facile parlare con l’amico o il vicino di casa di come va la vita, di cosa fare per pranzo e cena, di come stanno figli e parenti in genere, con un saluto all’indomani per una nuova spesa.
Che dire? A dispetto di chi vuole che a Montalcino ci sia di che divertirsi, molti lamentano il fatto che mancano forme di aggregazione sia per i ragazzi che per gli adulti e, in particolare, per gli anziani. E allora? Ognuno la può pensare come vuole, ma la Montalcino di una volta, quella per intendersi in cui ci si ritrovava gli uomini al bar, dal barbiere, dal calzolaio, dal farmacista ecc. e le donne dalla parrucchiera, in chiesa, dalla sarta ecc., non esiste più. Ormai i vecchi mestieri, in particolare quelli artigianali che facevano bella mostra di sé lungo il corso o anche nelle vie laterali, sono stati soppiantati da nuovi negozi che nulla o poco hanno a che vedere con l’identità montalcinese: bar gestiti da non montalcinesi, una enoteca dietro un’altra, negozi che vendono generi prevalentemente per turisti e non per i locali. Le donne del vicinato, che una volta si ritrovavano per tutto il pomeriggio a parlare e magari – perché no – anche a spettegolare, come succedeva nel Travaglio, alla curva delle Case Comunali e in tanti altri posti di Montalcino non ci sono più: si è guadagnato in immagine, ma si è perso in identità e, soprattutto, in umanità.
Roberto Cappelli
Sono le ore 17 e mi trovo nel pieno centro di Montalcino, tra Piazza del Popolo e Piazza Garibaldi, conosciuta da tutti gli ilcinesi come Piazza Padella. Si notano diversi gruppetti di turisti che
girano per la cittadina, ma si nota anche – con non celato rammarico – che non vi sono i montalcinesi in giro, come invece accadeva una volta.
Qualcuno, con cui mi capita di parlare, mi dice che il motivo è dovuto in parte al fatto che molte persone hanno un secondo lavoro, che vale a far quadrare il bilancio familiare e a permettersi qualche sfizio in più, in parte al fatto che il costo della vita è molto aumentato e allora o ti metti al bar e consumi o vai a fare la spesa alla Coop: per molti, specie per le persone anziane, entrambe le cose non sono compatibili… problemi di “sghei”.
Anche quelle belle comitive di una volta – ma non pensiamo a cent’anni fa, bensì a qualche lustro fa – che si mettevano ai bar di piazza – La Fiaschetteria o il Cacciatore (ora Logge di Piazza) – consumando caffè, sorseggiando qualche bevanda, leccando un bel gelato, semplicemente per il gusto di fare conversazione con amici vecchi e nuovi non si vedono più, sembra che si siano sciolte o più semplicemente dissolte come neve al sole.
Dicevamo che i turisti non mancano, per lo più sono europei, in particolare francesi, tedeschi e spagnoli, ma non mancano gli americani, mentre ultimamente sembrano diminuiti i brasiliani. Sono turisti di tutte le età, dai più giovani – ragazzo con fidanzatina – ai novelli sposi con pargolo annesso, fino ad arrivare a nutriti gruppi di anziani che forse aspettavano da tempo di poter visitare questa cittadina, nota per il Brunello, ma che sa offrire al turista anche molti altri aspetti, tra i quali quello gastronomico, artistico, paesaggistico e chi più ne ha più ne metta.
In genere si tratta di un turismo di passaggio ma , nello stesso tempo, anche di una certa qualità: i ristoranti, le pizzerie e i punti di ristoro sono in genere abbastanza pieni, magari c’è una maggiore attenzione quando si devono fare gli acquisti ed anche la scelta della bottiglia di Brunello da portare a casa richiede di solito un bel giro fra le varie enoteche per poter trovare quella che fa al caso proprio, che sia di un’azienda conosciuta o che qualche amico gli ha raccomandato ma neppure tanto cara.
I locali si ritrovano invece in Parrocchia e nelle varie associazioni di cui Montalcino è ricca, ci sono quelle di tipo sportivo, oppure sociale, quelle che ti propongono un divertimento oppure i quartieri, sempre in grado di attrarre a sé molte persone di tutte le età. Nonostante ciò la vivacità della cittadina, almeno per come la conoscevano le persone della mia età – diverse volte “anta” - sembra in declino, non c’è più vita di relazione in Piazza o lungo il corso, le persone - magari si tratta di amici o amiche da una vita - si salutano frettolosamente e se vuoi fare due chiacchiere, allora ti conviene andare a fare la spesa alla Coop, dove è più facile parlare con l’amico o il vicino di casa di come va la vita, di cosa fare per pranzo e cena, di come stanno figli e parenti in genere, con un saluto all’indomani per una nuova spesa.
Che dire? A dispetto di chi vuole che a Montalcino ci sia di che divertirsi, molti lamentano il fatto che mancano forme di aggregazione sia per i ragazzi che per gli adulti e, in particolare, per gli anziani. E allora? Ognuno la può pensare come vuole, ma la Montalcino di una volta, quella per intendersi in cui ci si ritrovava gli uomini al bar, dal barbiere, dal calzolaio, dal farmacista ecc. e le donne dalla parrucchiera, in chiesa, dalla sarta ecc., non esiste più. Ormai i vecchi mestieri, in particolare quelli artigianali che facevano bella mostra di sé lungo il corso o anche nelle vie laterali, sono stati soppiantati da nuovi negozi che nulla o poco hanno a che vedere con l’identità montalcinese: bar gestiti da non montalcinesi, una enoteca dietro un’altra, negozi che vendono generi prevalentemente per turisti e non per i locali. Le donne del vicinato, che una volta si ritrovavano per tutto il pomeriggio a parlare e magari – perché no – anche a spettegolare, come succedeva nel Travaglio, alla curva delle Case Comunali e in tanti altri posti di Montalcino non ci sono più: si è guadagnato in immagine, ma si è perso in identità e, soprattutto, in umanità.
Roberto Cappelli