Dietro i vini Bordeaux, secondo il Liv-Ex, sono quelle del Belpaese le etichette più scambiate. Ottime le prestazioni di Brunello e Chianti Classico.
Sempre più lanciato il vino italiano nel mercato internazionale. Grazie infatti alle quotazioni in continua ascesa di una stagione che promette di rimanere negli annali – per quanto sia difficile fare previsioni in campo vinicolo – pare ormai certo che escluso il Boredeaux (saldamente al primo posto, pur cedendo mese dopo mese importanti fette di mercato) tutto il resto della
produzione francese sia decisamente alla portata di quella italiana.
La prova, come riportato da WineNews, giunge dal report di Luglio 2015 del Liv-ex – importante indicatore del mercato dei fine wine – che mostra lo storico sorpasso dei vini italiani su quelli della Borgogna, che negli scambi dello scorso mese hanno fatto registrare un valore del 7% contro il 6,7% dei borgognoni.
A tirare la volata ancora una volta un pregiatissimo vino toscano, il Sassicaia, le cui annate 2011 e 2012 si confermano di gran lunga le più scambiate tra le etichette italiane.
Tra le altre segnaliamo le ottime performance delle etichette toscane di Masseto, Ornellaia, Solaia, Tignanello, Messorio Le Macchiole e Redigaffi Tua Rita.
Buonissimi anche i risultati ottenuti da un vino che non rientra negli indici, ma che si è rivelato come il terzo italiano più scambiato a luglio, forte anche di una critica internazionale decisamente positiva, il Brunello di Montalcino 2010 di Argiano, segno tangibile di un’annata che è destinata a rimanere nella storia enologica del Paese.
Stesso discorso vale anche per il Chianti Classico (Gallo Nero), per cui, come afferma Repubblica, l'annata commerciale sarà record: il suo giro d'affari è infatti destinato a battere il primato del 2004, superando i 400 milioni di euro. Considerato che alla fine del mese scorso le marcature delle bottiglie registravano un aumento dell'8-10% rispetto a dodici mesi fa, si pronostica che alla fine dell'anno saranno state vendute circa 38 milioni di bottiglie di Chianti Classico.
Ormai meno del 20% delle bottiglie di Chianti Classico rimangono in Italia. Per queste etichette i risultati più soddisfacenti arrivano dal Nord America (Stati Uniti e Canada), ma anche da Germania, Regno Unito, Svizzera, Giappone e Paesi Scandinavi. Delude invece la Cina, dove il posizionamento dei vini francesi non sembra lasciare spazio al Gallo Nero.
Sempre più lanciato il vino italiano nel mercato internazionale. Grazie infatti alle quotazioni in continua ascesa di una stagione che promette di rimanere negli annali – per quanto sia difficile fare previsioni in campo vinicolo – pare ormai certo che escluso il Boredeaux (saldamente al primo posto, pur cedendo mese dopo mese importanti fette di mercato) tutto il resto della
produzione francese sia decisamente alla portata di quella italiana.
La prova, come riportato da WineNews, giunge dal report di Luglio 2015 del Liv-ex – importante indicatore del mercato dei fine wine – che mostra lo storico sorpasso dei vini italiani su quelli della Borgogna, che negli scambi dello scorso mese hanno fatto registrare un valore del 7% contro il 6,7% dei borgognoni.
A tirare la volata ancora una volta un pregiatissimo vino toscano, il Sassicaia, le cui annate 2011 e 2012 si confermano di gran lunga le più scambiate tra le etichette italiane.
Tra le altre segnaliamo le ottime performance delle etichette toscane di Masseto, Ornellaia, Solaia, Tignanello, Messorio Le Macchiole e Redigaffi Tua Rita.
Buonissimi anche i risultati ottenuti da un vino che non rientra negli indici, ma che si è rivelato come il terzo italiano più scambiato a luglio, forte anche di una critica internazionale decisamente positiva, il Brunello di Montalcino 2010 di Argiano, segno tangibile di un’annata che è destinata a rimanere nella storia enologica del Paese.
Stesso discorso vale anche per il Chianti Classico (Gallo Nero), per cui, come afferma Repubblica, l'annata commerciale sarà record: il suo giro d'affari è infatti destinato a battere il primato del 2004, superando i 400 milioni di euro. Considerato che alla fine del mese scorso le marcature delle bottiglie registravano un aumento dell'8-10% rispetto a dodici mesi fa, si pronostica che alla fine dell'anno saranno state vendute circa 38 milioni di bottiglie di Chianti Classico.
Ormai meno del 20% delle bottiglie di Chianti Classico rimangono in Italia. Per queste etichette i risultati più soddisfacenti arrivano dal Nord America (Stati Uniti e Canada), ma anche da Germania, Regno Unito, Svizzera, Giappone e Paesi Scandinavi. Delude invece la Cina, dove il posizionamento dei vini francesi non sembra lasciare spazio al Gallo Nero.