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venerdì 21 agosto 2015

Torrenieri e il Palio di Siena

Era il 1720 quando Violante di Baviera stabilì di ammettere al Palio un numero massimo di dieci contrade. Prima di allora erano diciassette e Torrenieri fu al centro di questa discussione.
Siena anche quest'anno ha archiviato i due Pali – quello del 2 luglio dedicato aòòa Madonna di Provenzano vinto dalla Contrada della Torre e l'altro
del 16 agosto in onore della Madonna Assunta in Cielo, che ha visto pevalere la Contrada della Selva.
Chi legge questa breve nota, è normale che si ponga la domanda su cosa c’entri Torrenieri con il Palio di Siena; tanto più che questa Città ha sempre considerato l’argomento di suo esclusivo interesse, una cosa prettamente intra menia,  della quale tutti coloro che abitano fuori delle porte cittadine non hanno nulla a spartire.
Tutto vero, ma ciò non esclude la partecipazione dei rappresentanti dei castelli e delle terre appartenute alla Repubblica di Siena, alla Passeggiata Storica che si svolge prima della corsa.

Comunque, legami con il Palio di Siena, Torrenieri ne ha e non di poco conto. Sino al 1720 il Palio veniva corso da tutte e diciassette le Contrade. Solo dopo i funesti accidenti del 2 luglio 1720 fu emanato un bando da Violante di Baviera che stabiliva in un numero massimo di dieci le contrade ammesse al Palio, individuabili con il sistema che è ancora in vigore nelle sue linee principali.

Cosa successe di tanto funesto nel 1720? Il due di luglio di quell’anno, nella gran confusione del dopo corsa, un certo Paci, oste di Torrenieri e proprietario del cavallo del Bruco che aveva vinto il Palio, venne travolto e rimase ucciso (1).
Fu questo il motivo per il quale fu deciso di dare maggior ordine allo spettacolo, facendo correre i due Pali ordinari del due di luglio e del sedici di agosto a sole 10 contrade, assicurando alle sette escluse il diritto di partecipare  alla corsa nella stessa data dell’anno successivo ed estraendo a sorte altre tre fra quelle che non ne avrebbero diritto, per raggiungere sempre il numero di dieci.

Ma i rapporti fra Torrenieri e il Palio non finiscono con quel tragico episodio. Nel paese, oltre agli allevatori di cavalli, vi era un’importante ed antica Stazione postale, per cui quando nel XVII e XVIII secolo fu deciso di far correre il Palio ai cavalli delle poste, anche quella di Torrenieri, insieme alle altre di  Buonconvento, Lucignano, Monteroni d’Arbia, Castiglioncello e della stessa Siena, parteciparono alle gare, anche con più cavalli, riuscendo pure a far vincere le contrade alle quali erano stati assegnati in sorte.

Il 2 luglio 2007  la stessa Amministrazione delle Poste Italiane ha voluto ricordare la partecipazione dei cavalli delle poste al Palio di Siena e nella motivazione fece notare che, alla carriera del due luglio del 1714, tutti gli equini appartenevano ai postieri o mastri di posta: tre ne fornì quello di Siena, due l’altro di Torrenieri, e uno ciascuno le poste di Castiglioncello, Monteroni, Buonconvento e l’osteria postale de La Scala.

(di Alberto Cappelli)

Note
(1) Dal volume “Palio”, edito dalla Banca  Monte dei Paschi di Siena, nel 1982.

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