Il quadro di Montalcino è diventato, ormai, uno dei documenti più importanti della paleoufologia italiana.
Alcuni anni fa, entrando nella Chiesa di San Pietro in quel di Montalcino, vidi un dipinto posto sull’altare di destra e rimasi alquanto meravigliato. Come si può constatare dalla foto del dipinto, l’oggetto sospeso tra le nubi, a chiunque fosse mostrato isolato dal contesto di tutto il disegno, non potrebbe sembrare altro se non un satellite artificiale di prima generazione – impressionante la sua somiglianza con lo Sputnik sovietico – soprattutto basandosi sul fatto che le due asticelle, strette fra le
dita Di Gesù Cristo a sinistra e Dio Padre a destra, somigliano in maniera impressionante alle antenne per le ricetrasmissioni, installate sui satelliti artificiali (da notare che entrambe sono unite al globo attraverso delle giunture o riparelle che sembrano di tipo metallico; mentre l’antenna di destra termina con una sferetta, l’altra ha, al di sopra di questa, una piccola croce). Altro particolare alquanto interessante è quello dell’occhio che si trova sul fondo del globo, che sembra proprio una telecamera dei satelliti artificiali. Non solo, sono stato portato a pensare che la colomba, posta in alto al di sopra del globo, sia proiettata in basso a sinistra attraverso l’occhio del globo stesso.
Il quadro è firmato, sulla destra in basso, “Salimbeni 1600”, l’anno del famoso Giubileo, nel corso del quale le cronache ricordano numerosi avvistamenti di strani fenomeni celesti. Ed ecco quanto ha aggiunto alle mie considerazioni l’amico Sandro Consolato; “Il quadro di Montalcino è diventato, ormai, uno dei documenti più importanti della clipeologia italiana. E’ giusto, pertanto, che venga conosciuto da tutti e quindi venga ad aggiungersi a tutte quelle testimonianze sconcertanti che effettivamente confermano la tesi secondo cui oggetti volanti, provenienti dallo spazio, hanno sorvolato, e tuttora sorvolano, i cieli del nostro pianeta. Nel passato le apparizioni di questi oggetti volanti furono attribuite a potenze divine e, talvolta, con un po’ di fantasia, identificati con santi o angeli. Ed è in questo contesto che si inserisce il quadro di Montalcino. Il fatto che l’oggetto sia posto, e retto, da due importanti figure religiose, è sintomatico. Quindi dobbiamo presumere (prendendo atto delle ipotesi tecniche del Cappelli) che l’autore del quadro abbia visto ‘effettivamente qualcosa’ e lo abbia associato a due grandi figure della religione. Ecco, dunque, un’altra pietruzza che si aggiunge all’inquietante mosaico della presenza extraterrestre sul nostro pianeta”.
(di Roberto Cappelli)
Alcuni anni fa, entrando nella Chiesa di San Pietro in quel di Montalcino, vidi un dipinto posto sull’altare di destra e rimasi alquanto meravigliato. Come si può constatare dalla foto del dipinto, l’oggetto sospeso tra le nubi, a chiunque fosse mostrato isolato dal contesto di tutto il disegno, non potrebbe sembrare altro se non un satellite artificiale di prima generazione – impressionante la sua somiglianza con lo Sputnik sovietico – soprattutto basandosi sul fatto che le due asticelle, strette fra le
dita Di Gesù Cristo a sinistra e Dio Padre a destra, somigliano in maniera impressionante alle antenne per le ricetrasmissioni, installate sui satelliti artificiali (da notare che entrambe sono unite al globo attraverso delle giunture o riparelle che sembrano di tipo metallico; mentre l’antenna di destra termina con una sferetta, l’altra ha, al di sopra di questa, una piccola croce). Altro particolare alquanto interessante è quello dell’occhio che si trova sul fondo del globo, che sembra proprio una telecamera dei satelliti artificiali. Non solo, sono stato portato a pensare che la colomba, posta in alto al di sopra del globo, sia proiettata in basso a sinistra attraverso l’occhio del globo stesso.
A) Immagini relative al cosidetto "ufo di Montalcino" B) Sputnik |
(di Roberto Cappelli)