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giovedì 15 gennaio 2015

Ecco i 5 trend per un anno all'insegna dei grandi vini

L'anno appena iniziato nei desideri degli enoappassionati sarà all'insegna di Brunello di Montalcino, di ritorno in auge dell' "en primeur" di Bordeaux e dei piccoli viticoltori indipendenti. A dirlo i più potenti wine merchants del Regno Unito.
Vedere l'interesse per il Brunello di Montalcino 2010 in crescita esponenziale (viste le grandi attese per questa annata), accogliere il ritorno in auge dell' "en primeur" di Bordeaux, ma anche contare sempre più viticoltori indipendenti stimati per
la qualità e la differenza dei loro prodotti.
Questi i principali desideri per il 2015 dei più famosi wine merchants del Regno Unito, mercato che storicamente anticipa le tendenze mondiali.
"Nel 2015 ci sarà un grande interesse per l'uscita nel mercato dell'annata 2010 del Brunello di Montalcino - dice Alisa Lopano della casa d'aste Zachys su Wine Searcher, uno dei siti web leader del mondo enoico. "Ci aspettiamo di vedere questa eccellenza italiana - continua Lopano - tra le più richieste nelle nostre aste". Come darle torto? Dopotutto l'annata 2010, stando alle aspettative (il panel di brunellisti che ogni anno giudica le vendemmie conferì il massimo, 5 stelle, all'annata), potrebbe rivaleggiare con quelle del 1997, 1999 e 2006.
Le stesse speranza sul mitico rosso ilcinese vengono condivise anche da Joss Fowler della London's Fine & Rare Wines: "Pensiamo che nel 2015 i vini italiani abbiano sempre più richiesta, magari trainati dall'ottima annata del Brunello".

Tra le speranze più condivise, anche quella di rivedere la ripresa del Bordeaux "en primeur", come auspica Mark Ross di Farr Vintners: "il futuro di questo sistema e, in una certa misura, la popolarità della regione, è nelle mani dei proprietari degli Châteaux. È calato l'interesse per questa regione straordinaria anche a causa dei prezzi esasperati. Speriamo che i produttori se ne rendano conto e riportino la passione dei compratori per i loro vini".
In effetti negli ultimi anni, le cifre proibitive avevano dissuaso appassionati e anche addetti ai lavori, ecco perché i trend setter del vino reputano probabile un cambiamento di rotta: "Mi aspetto un adeguamento dei prezzi -
commenta William Gardener di Nickolls & Perks - che riporterà l'interesse dei compratori".
"Bordeaux sta destando molta attenzione in particolare negli Stati Uniti - dice Alisa Lopano - ma i proprietari degli Châteaux devono rinnovare l'interesse nei clienti. I prezzi troppo elevati delle annate 2009 e 2010, hanno fatto un po' allontanare collezionisti e aspiranti appassionati. Ora il mercato sta un po' riprendendo, ma ci vuole la giusta spinta dei produttori".

Non solo l' "en primeur" di Bordeaux, nella wish list dei venditori. "In questo 2015 mi piacerebbe vedere sempre più viticoltori indipendenti riconosciuti per la qualità e la differenza dei loro prodotti - fa sapere Stéphane Rognon di Bordeaux Index - perché purtroppo, la globalizzazione del mercato del vino spesso significa far si che la maggior parte delle persone beva sempre gli stessi vini".

Le previsioni riguardano non solo il contenuto delle bottiglie, ma sempre più il modo in cui vengono conservate, stoccate, spedite. Soprattutto sui mercati asiatici è crescente l'attenzione alle condizioni in cui i vini viaggiano. "Negli ultimi anni abbiamo visto una crescente attenzione alla qualità e alla provenienza nel commercio del vino ad Hong Kong", ha detto Mike Convey di Abbelio, tra i leader dei fine wine nel piccolo ma florido mercato asiatico.
Convey spiega come ormai gli importatori siano sempre più consapevoli dei danni che i lunghi viaggi in mare possono fare al vino e importano le loro bottiglie scegliendo cabine a temperatura controllata e stipano i vini in magazzini certificati e specializzati. In particolare prende piede l'abitudine di avvalersi dell'HKQAA (Hong Kong Quality Assurance Agency) che certifica magazzini specializzati nel settore vino. "Inoltre l'Hong Kong Wine Registration Scheme dell'HKQAA si sta organizzando per dare un riconoscimento ai mercanti che possono dimostrare la provenienza e le tappe di viaggio del vino che vendono". È auspicabile, e molto probabile, che queste tendenze continueranno nel 2015, "anche se non così velocemente come vorremmo" chiosa Convey.

Anche il labeling ha la sua importanza. La speranza di Russell Wallace di Exel Wine è invece che, a partire dalla Scozia, suo mercato di riferimento, e poi in tutto il resto del mondo, ci sia più educazione al vino diretta ai consumatori: "le etichette sui vini dovrebbero essere chiare, esaustive e dovrebbero essere nella lingua della nazione in cui viene venduto. Chi beve ha il diritto di sapere cosa c'è dietro l'etichetta. I nostri compratori ce lo chiedono ed è giusto che lo sappiano. Spero che con il prossimo anno si riesca a informare meglio il cliente, così che il mondo del vino sia più capito e apprezzato".

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