La cittadina senese ha un forte rapporto con l'isola
dell'Arcipelago toscano, un legame che dura dalla metà del Cinquecento quando diverse famiglie di San Quirico furono mandate al Giglio per ripopolarla dopo le incursioni dei pirati: stessi cognomi, spesso stesso accento e modi di dire. La testimonianza di Rossi ha fatto ripercorrere con commozione le ore del naufragio e del soccorso a quelle "che sembravano tante formiche rosse sul molo - dice riferendosi al colore dei salvagente - che avevamo cercato di non far morire. Ogni tuffo in acqua che sentivamo nel buio era un tuffo al cuore, era qualcuno che cercava di mettersi in salvo e noi cominciavamo a cercarlo con le barche".
Alla sua si sono aggiunte le testimonianze del sindaco del Giglio Sergio Ortelli, per il quale la dimensione della tragedia ha l'immagine delle decine di scialuppe che arrivavano, oltre alle parole del vicesindaco Mario Pellegrini e dell'assessore Giovanni Rossi che in prima persona fece la spola tra il relitto e la terraferma.
Ma quella è stata anche la note in cui sono cementate amicizie e legami che durano ancora oggi, dice Rossi che proprio poco prima di prendere parte alla presentazione del libro aveva ricevuto una telefonata dalle autorità diplomatiche di Mosca: era un invito a recarsi in Russia a ritirare un riconoscimento per aver soccorso i passeggeri russi.