In un convegno le idee di recupero di un luogo iniziatico, ricco di messaggi massonici
RADICOFANI - VAL D'ORCIA: Bosco Isabella, straordinario giardino pubblico ricco di significati esoterici, può diventare il nuovo punto di riferimento culturale di Radicofani, lungo l’asse che collega la Posta medicea e il borgo con la Fortezza. L’obiettivo
è del sindaco Massimo Magrini e del presidente della Fondazione dei Musei senesi Gianni Resti, supportato da tanti esperti chiamati a raccolta nella patria di Ghino di Tacco, nella giornata delle Bandiere arancioni. L’assessore Fausto Cecconi ha presentato il Bosco insieme alle altre bellezze di Radicofani, in una visita guidata che ne ha messo in evidenza lo stato di abbandono e la necessità di un recupero, nello spirito che ha condotto la famiglia Luchini alla sua costruzione, a partire da Odoardo Luchini. Quest’ultimo, massone e grande conoscitore delle scienze botaniche, curò la realizzazione di un giardino in stile anglo-cinese mettendo a dimora piante locali e altre provenienti da varie parti del mondo (come le sequoie, i cedri del Libano o i cedri Deodara): ne sono state contate 64 varietà.
Si tratta di due ettari e mezzo di un percorso iniziatico: uno spazio creato seguendo il principio dell’armonia con la natura, integrando l’architettura con il paesaggio locale e valorizzando i resti di una costruzione di probabile origine etrusca e quelli di un fortino senese, costruito a controllo della Francigena, poi distrutto da spagnoli e fiorentini. Il Bosco ha una grande ricchezza di significati attuali, tra grotte e installazioni, con la piramide a base triangolare come elemento dal più evidente significato massonico. “Il valore culturale di questo luogo – secondo Luigi Maria Di Corato, direttore dei Musei senesi – impone un gruppo di lavoro qualificato, che preceda il solito progetto di risistemazione degli architetti sulla base del progetto iniziale”.
Attenzione alla sostenibilità e a un processo in divenire, metafora della vita, sono alcune parole d’ordine per il recupero del Bosco, lanciate da un parterre di esperti di prim’ordine: negli auspici, il futuro gruppo di lavoro. Al teatro comunale di Radicofani, domenica pomeriggio, nel convegno coordinato da Stefano Bisi, c’erano Giorgio Conti (Archivi della sostenibilità, Università Ca' Foscari di Venezia), Claudio Bonvecchio (ordinario di Filosofia delle Scienze Sociali, Università degli Studi dell'Insubria di Como), Maria Mangiavacchi (storica dell'arte e funzionario della Soprintendenza per i Beni storici artistici ed etnoantropologici di Siena e Grosseto), Ettore Pacini (già docente di Botanica e biologia vegetale all'Università di Siena e socio dell’Accademia dei Lincei), Francesco Paolo Campione (direttore del Museo della cultura di Lugano e professore di Antropologia culturale all'Università degli Studi dell'Insubria di Como). Partirà da questi nomi, forse, la rinascita di un bosco che potrà corrispondere a quella di Radicofani, meta sempre più viva grazie al lavoro del Comune e delle altre istituzioni, come dimostra quest’ultima iniziativa.
RADICOFANI - VAL D'ORCIA: Bosco Isabella, straordinario giardino pubblico ricco di significati esoterici, può diventare il nuovo punto di riferimento culturale di Radicofani, lungo l’asse che collega la Posta medicea e il borgo con la Fortezza. L’obiettivo
è del sindaco Massimo Magrini e del presidente della Fondazione dei Musei senesi Gianni Resti, supportato da tanti esperti chiamati a raccolta nella patria di Ghino di Tacco, nella giornata delle Bandiere arancioni. L’assessore Fausto Cecconi ha presentato il Bosco insieme alle altre bellezze di Radicofani, in una visita guidata che ne ha messo in evidenza lo stato di abbandono e la necessità di un recupero, nello spirito che ha condotto la famiglia Luchini alla sua costruzione, a partire da Odoardo Luchini. Quest’ultimo, massone e grande conoscitore delle scienze botaniche, curò la realizzazione di un giardino in stile anglo-cinese mettendo a dimora piante locali e altre provenienti da varie parti del mondo (come le sequoie, i cedri del Libano o i cedri Deodara): ne sono state contate 64 varietà.
Si tratta di due ettari e mezzo di un percorso iniziatico: uno spazio creato seguendo il principio dell’armonia con la natura, integrando l’architettura con il paesaggio locale e valorizzando i resti di una costruzione di probabile origine etrusca e quelli di un fortino senese, costruito a controllo della Francigena, poi distrutto da spagnoli e fiorentini. Il Bosco ha una grande ricchezza di significati attuali, tra grotte e installazioni, con la piramide a base triangolare come elemento dal più evidente significato massonico. “Il valore culturale di questo luogo – secondo Luigi Maria Di Corato, direttore dei Musei senesi – impone un gruppo di lavoro qualificato, che preceda il solito progetto di risistemazione degli architetti sulla base del progetto iniziale”.
Attenzione alla sostenibilità e a un processo in divenire, metafora della vita, sono alcune parole d’ordine per il recupero del Bosco, lanciate da un parterre di esperti di prim’ordine: negli auspici, il futuro gruppo di lavoro. Al teatro comunale di Radicofani, domenica pomeriggio, nel convegno coordinato da Stefano Bisi, c’erano Giorgio Conti (Archivi della sostenibilità, Università Ca' Foscari di Venezia), Claudio Bonvecchio (ordinario di Filosofia delle Scienze Sociali, Università degli Studi dell'Insubria di Como), Maria Mangiavacchi (storica dell'arte e funzionario della Soprintendenza per i Beni storici artistici ed etnoantropologici di Siena e Grosseto), Ettore Pacini (già docente di Botanica e biologia vegetale all'Università di Siena e socio dell’Accademia dei Lincei), Francesco Paolo Campione (direttore del Museo della cultura di Lugano e professore di Antropologia culturale all'Università degli Studi dell'Insubria di Como). Partirà da questi nomi, forse, la rinascita di un bosco che potrà corrispondere a quella di Radicofani, meta sempre più viva grazie al lavoro del Comune e delle altre istituzioni, come dimostra quest’ultima iniziativa.