di Enzo Vizzari
In un antico borgo del senese, una trattoria moderna in cui il cuoco Enrico Bartolini firma una cucina toscaneggiante. Ma senza frontiere.
ROCCA D'ORCIA - VAL D'ORCIA: Metti un imprenditore tanto abile nell'industria quanto
visionario e amante forsennato della terra. Metti un borgo incantato, mille anni di storia, nel cuore vergine della Toscana. E metti uno dei più brillanti purosangue della nuova cucina italiana. Che cosa ne esce? Una "trattoria"di qualità e personalità pressoché uniche.
L'imprenditore si chiama Pasquale Forte, anima di una piccola e preziosa multinazionale della meccanica elettronica, con quartier generale nel Comasco e stabilimenti in Turchia, Brasile e Cina, e poi creatore del Podere Forte, 140 ettari a Castiglione d'Orcia, investimenti per un numero imprecisato ma cospicuo di milioni, vino, olio, farine, mieli, Cinta senese, Chianina, polli di razza Valdarno… e tutto quello che può restituire una terra nobile e generosa quando è amata e coltivata con le tecniche più rispettose.
Il borgo è Rocca d'Orcia, sperone che domina strategicamente la Valle dell'Orcia, tre chiese e, oggi, una cinquantina di residenti. Il cuoco è Enrico Bartolini, del ristorante omonimo del Devero Hotel di Cavenago, e, dall'anno scorso, "firma" della cucina di Perillà, trattoria moderna con annessa enoteca (Perinquà), bottega di artigianato toscano (Riamà) e spazio espositivo (Spazio Se).
Salire a Rocca d'Orcia fa bene non solo alla mente ma anche al palato, perché la cucina che il giovane Federico Sgorbini realizza sullo spartito di Bartolini è buona, intelligente, fine e al contempo di sostanza. È toscaneggiante senza forzature e aperta al buono senza frontiere, garantita nella selezione dei prodotti, perlopiù di casa.
L'alternativa ai grandi salumi che Massimo Spigaroli appronta con i maiali del Podere, possono essere il paté di fegatini di cappone, la battuta di Chianina con gelato di senape o, squisita e disarmante, la tartare di pomodorini vesuviani con pesto, olive taggiasche e menta. Dopo, "benfatti" di ricotta e spinaci, pici all'amatriciana o mezzi paccheri con ragù bianco di coniglio e pecorino.
Tra i secondi, piccione glassato, animelle al salto, tagliata di Chianina. Per chiudere, cheesecake in versione toscana.
Saggia e varia la carta dei vini, menu degustazione di sei portate a 45 euro, alla carta anche meno di 40. Trovarne, "trattorie" così.
Perillà Osteria,
Rocca d'Orcia (Si) Via Borgo Maestro 72
tel. 0577.887263
Chiuso lunedì, martedì a pranzo
ROCCA D'ORCIA - VAL D'ORCIA: Metti un imprenditore tanto abile nell'industria quanto
visionario e amante forsennato della terra. Metti un borgo incantato, mille anni di storia, nel cuore vergine della Toscana. E metti uno dei più brillanti purosangue della nuova cucina italiana. Che cosa ne esce? Una "trattoria"di qualità e personalità pressoché uniche.
L'imprenditore si chiama Pasquale Forte, anima di una piccola e preziosa multinazionale della meccanica elettronica, con quartier generale nel Comasco e stabilimenti in Turchia, Brasile e Cina, e poi creatore del Podere Forte, 140 ettari a Castiglione d'Orcia, investimenti per un numero imprecisato ma cospicuo di milioni, vino, olio, farine, mieli, Cinta senese, Chianina, polli di razza Valdarno… e tutto quello che può restituire una terra nobile e generosa quando è amata e coltivata con le tecniche più rispettose.
Il borgo è Rocca d'Orcia, sperone che domina strategicamente la Valle dell'Orcia, tre chiese e, oggi, una cinquantina di residenti. Il cuoco è Enrico Bartolini, del ristorante omonimo del Devero Hotel di Cavenago, e, dall'anno scorso, "firma" della cucina di Perillà, trattoria moderna con annessa enoteca (Perinquà), bottega di artigianato toscano (Riamà) e spazio espositivo (Spazio Se).
Salire a Rocca d'Orcia fa bene non solo alla mente ma anche al palato, perché la cucina che il giovane Federico Sgorbini realizza sullo spartito di Bartolini è buona, intelligente, fine e al contempo di sostanza. È toscaneggiante senza forzature e aperta al buono senza frontiere, garantita nella selezione dei prodotti, perlopiù di casa.
L'alternativa ai grandi salumi che Massimo Spigaroli appronta con i maiali del Podere, possono essere il paté di fegatini di cappone, la battuta di Chianina con gelato di senape o, squisita e disarmante, la tartare di pomodorini vesuviani con pesto, olive taggiasche e menta. Dopo, "benfatti" di ricotta e spinaci, pici all'amatriciana o mezzi paccheri con ragù bianco di coniglio e pecorino.
Tra i secondi, piccione glassato, animelle al salto, tagliata di Chianina. Per chiudere, cheesecake in versione toscana.
Saggia e varia la carta dei vini, menu degustazione di sei portate a 45 euro, alla carta anche meno di 40. Trovarne, "trattorie" così.
Perillà Osteria,
Rocca d'Orcia (Si) Via Borgo Maestro 72
tel. 0577.887263
Chiuso lunedì, martedì a pranzo