di Luigi Giannelli
(VAL D'ORCIA - terra d'eccellenza, n°10)
I termini “Irione” ed “Erisimo” pensiamo siano collegato al termine greco “Eryo” ed “Erymai”, salvare, liberare, per la loro azione muco-purificante.
(VAL D'ORCIA - terra d'eccellenza, n°10)
L’ ERISIMO – Sisymbrium officinale Scop. Fam. Cruciferae.
Confinato sul ciglio delle strade, oppure ai margini dei
coltivi o dei boschetti di Lecci o di Pioppi (a seconda della distanza
dall’acqua), si trova spesso questa pianta straordinaria, citata da Dioscoride
e munita di “molti nomi”. In altra occasione ho affermato che le piante dotate di
“molti nomi” sono più importanti di quelle dotate di un nome solo. L’ Erisimo, già nell’antichità aveva due nomi importanti,
come vedremo.
Dioscoride lo descrive nel II Libro, Cap. 147 (vers.
Mattioli) della sua “Materia Medica”:
<< Chiamano i Latini l’ Erisimo, Irione. Nasce attorno
alle città, nei cortili delle case, appresso agli horti, e tra i vecchi
calcinacci de gli antichi edifici.
Produce le foglie simili alla Ruchetta salvatica, ed i fusti vencidi (1)
come correggie. I fiori son gialli , da quali nascono i baccelli sottili
[silique], in forma di cornetti, come quelli del Fiengreco, nei quali è dentro
il seme picciolo, simile a quello del Nasturcio, al gusto forte e acuto. Questo
è utile ai flussi [catarrali, di muco] del petto e dove tossendo si sputa la
marcia (2). Vale al trabocco di Fiele (3), ed alle sciatiche. Inghiottito pian
piano insieme con Miele, giova ai veleni mortiferi. Conferisce applicato con
acqua ovvero con Miele à cancheri occulti, alle posteme [ascessi] che vengono
dietro alle orecchie [affezioni linfonodali alle parotidi, di origine
tubercolare], agli indurimenti delle mammelle ed alle infiammazioni dei
testicoli. È l’Erisimo universalmente Caldo e Secco. Diventa più piacevole
volendosene far clisteri, infondendolo prima nell’acqua e poi abbrustolendolo,
ovvero legato in una [pezza] di tela, a sua volta circondata da pasta [di pane]
e poi arrostendolo.>>
Galeno ne parla nel VI Libro del “Le virtù dei semplici
medicamenti”, dove lo pose tra le erbe che sono acri, come il Nasturzio, e
la Senape; invece nel I Libro delle “Virtù degli Alimenti”, lo mise insieme
agli altri grani [intesi come “cereali”] che si mangiano, insieme con il
Sesamo, dicendo << che l’Erisimo nella sostanza sua è alquanto simile a
quello [al Sesamo], ma nel mangiarlo non è così soave >>.
Altri nomi usati per l'erisimio: Un altro dei nomi, usato dall’antichità ed infine da Linneo, è " σισύμβριον= Sisymbrion”, che uno dei nomi generici per indicare le piante delle Crucifere con semi piccanti come il Nasturzio, la Senape e simili.I termini “Irione” ed “Erisimo” pensiamo siano collegato al termine greco “Eryo” ed “Erymai”, salvare, liberare, per la loro azione muco-purificante.
In epoche più vicine a noi, l’Erisimo acquisì un’ altra
denominazione, quella di “Erba dei Cantanti”, dato che la sua potenza
antiinfiammatoria, soprattutto sulle prime vie respiratorie, fa tornare la voce
a chi l’avesse perduta! Fatti con il suo infuso concentrato prolungati
gargarismi, si rimedia rapidamente all’afonia e la voce torna chiara, limpida e
potente.
L’ Erisimo fa parte della famiglia delle Crucifere, ricca di
sostanze solforate che hanno una molteplice azione: innanzitutto quella
mucolitica, sia sulle vie respiratorie alte che su quelle profonde; inoltre
agendo sulla Flemma perversa (Acqua non buona), agisce sulle articolazioni;
inoltre come tutte le Crucifere ha una azione sulla tiroide; a dosi elevate tende
a deprimere la sua funzione, a dosi basse e medie, invece ha una azione
equilibrante e tendente a far riassorbire i noduli tiroidei.
Inoltre ha una azione idro-coleretica, ovvero favorisce la
produzione di più bile, ma più diluita; quindi è anche un ottimo preventivo per
le calcolosi biliari
Un altro dei nomi comuni è “Erba Cornacchia”, forse in
relazione alla voce aspra che la pianta cura!
Composizione: olio essenziale, steroli, glicosidi
cardenolici, glicosinolati (ovvero glucosidi contenenti zolfo, del gruppo degli
isotiocianati, come si trovano in tutte le Crucifere, alle quali conferiscono
il sapore caratteristico, dalla Senape al Cavolo: sinigrina, glucococlearina,
glucobrassicina), cumarine (umbelliferone, erniarina), flavonoidi (quercetina,
isoramnetina, campferolo).
L’ olio essenziale,
è di fatto, costituito dalla componente solforata, che si libera dall’idrolisi
dei glicosinolati.
Come per la Senape,
c’è l’enzima idrolitico mirosina, che favorisce la rottura del legame
glicosidico e la liberazione degli isotiocianati volatili; nella Senape ce n’è
una quantità e un tipo fortemente piccante, negli ortaggi come il Cavolo, ce
n’è di meno e di un tipo solo aromatico. Sono queste le sostanze che hanno
azione inibente sulla tiroide; come abbiamo tuttavia detto, il consumo moderato
ha più una azione equilibrante e tendenzialmente eliminatrice dei noduli
tiroidei.
Note:
Note:
- Vencidi = elastici.
- Marcia = secrezione muco-purulenta.
- Trabocco di Fiele: passaggio della Bile gialla/Fuoco nel Sangue, con accentuazione delle affezioni infiammatorie.
- Platone - Opere complete - varie edizioni (Gorgia, in particolare in questo testo).
- Teofrasto - “I Profumi” - opera del IV°-III° sec. a.C. - trad. Focaroli F. - Edizioni “La Vita Felice” - Milano 2009
- Lucrezio T.C. - “De rerum natura” - varie edizioni
- Apuleio - “Metamorfosi” - varie edizioni
- Vitruvio P. - “De Architectura” - a cura di P. Gros - Einaudi - Torino 1997
- Varrone M. T. - “Opere scelte” - Classici UTET 1974 - rist. 1996
- Plinio G.S. “Storia Naturale” - vers. M.L. Domenichi - Venezia - 1612
- Plinio G.S. “Storia Naturale” - a cura di G.B. Conte - Einaudi - Torino 1983-1995
- Plutarco “Quaestiones conviviales” - varie edizioni
- Dioscoride P. “Materia Medica” - vedi vers. Ruellio - Venezia 1538 e Mattioli - Venezia 1557 e 1568.
- Galeno C. - “De Remediis paratu facilibus libellus” - Huberto Barlando - ed. collettanea - Venezia 1565
- Galeno C. - “De Remediis paratu facilibus libellus” - Huberto Barlando - ed. collettanea - Venezia 1565
- Galeno C. “De Compositione medicamentorum secundum locos” - vers. J. Cornario - XVI° sec.
- Galeno C. “De Antidotis”
- Galeno C. “De Compositione medicamentorum per genera”
- Galeno C. “Methodi Medendi” - Edizione generale - Venezia 1565
- Galeno C. “De Simplicium medicamentorum facultatibus” vers. Gaudano - Lione 1547
- Du Ruel J. (Ruellio) - “Pedacii Dioscoridis Anazarbei De Medicinali Materia Libri Quinque”- Venezia 1538
- Mattioli P.A. “Discorsi” Venezia 1557 (Rist. anastatica Biokyma-Anghiari AR ‘93)
- Galeno C. - “De Theriaca ad Pisonem” - vers. E. Coturri - L. Olschki - Firenze 1959
- Galeno C. - “De bonis malisque sucis” - vers. A.M. Ieraci Bio - M.D’Auria - Napoli 1987
- Galeno C. - “Le facoltà naturali” - vers. - Oscar classici Mondadori - Milano 2000
- Plateario M. - “Circa instans” - Scuola Salernitana XI°-XII° secolo - ed. italiana “Il libro delle piante medicinali” - Vallardi/Garzanti - Milano 1990
- Rabelais F. - “Gargantua e Pantagruele” - XVI° secolo - varie edizioni moderne
- Ezio di Amida - “I Quattro Libri della Medicina degli Antichi” - Lione 1560 (orig. V°-VI° sec.d.C.)
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- Paolo di Egina - “Totius rei mediche” - autore bizantino VII° secolo - ediz. latina Basilea 1556
- Avicenna “Canone della Medicina” - vers. G.Cremonese-correz.A. Alpago - Basilea 1556
- Avicenna “Canone della Medicina” - vers. G.Cremonese-correz.A. Alpago - Venezia 1595
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- Auda D. - “Pratica de’ Spetiali” - Venezia 1674
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- “Papiro di Ebers” - traduzione italiana moderna a cura di Egle Trovato e David Heath, tutt’ora inedita.
- “Le pietre mirabili” - a cura di Ludmilla Bianco - Sellerio Editore - Palermo 1992
- * Tra i quali lo scrivente.