Il 15 giugno apre al pubblico, nel Complesso Museale Santa Maria della Scala in Siena, la grande mostra dedicata a Steve McCurry, per iniziativa del Comune di Siena in collaborazione con Opera della Metropolitana, promossa e organizzata da Opera – Civita Group, con la collaborazione di Sud Est57.
Steve McCurry non è solo uno dei più grandi maestri della fotografia del nostro secolo, premiato diverse volte con il World Press Photo Awards che si può considerare come una sorta di premio Nobel della fotografia, ma è un punto di riferimento per
un larghissimo pubblico, soprattutto di giovani, che nelle sue fotografie riconoscono un modo di guardare il nostro tempo e, in un certo senso, "si riconoscono".
Ogni suo ritratto racchiude un complesso universo di esperienze, storie, emozioni, dolori, paure, speranze. «Ho imparato a essere paziente. Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te», spiega McCurry. Veterano di National Geographic, sempre in viaggio, più facilmente in qualche parte dell’Asia che non in America, Steve McCurry ha fatto del viaggiare una sua dimensione di vita: «Perché già il solo viaggiare e approfondire la conoscenza di culture diverse, mi procura gioia e mi dà una carica inesauribile».
Nato a Philadelphia nel 1950, Steve McCurry comincia presto a collaborare come fotografo con un giornale locale. Dopo tre anni decide di recarsi in India e comporre il suo primo vero portfolio con immagini del viaggio. Dopo la pubblicazione del suo primo lavoro importante sull’Afghanistan, collabora con alcune delle riviste più prestigiose: Time, Life, Newsweek, Geo e il National Geographic. Inviato su mille fronti di guerra, da Beirut alla Cambogia, dal Kuwait all’ex Jugoslavia, all’Afghanistan, Steve McCurry si è sempre spinto in prima linea rischiando la vita pur di testimoniare gli effetti e le conseguenze dei conflitti in tutto il mondo. Membro dell’agenzia Magnum dal 1985, vincitore di molti premi foto giornalistici, Steve McCurry è l’autore del celeberrimo reportage sulla ragazza divenuta icona del conflitto afghano sulle pagine del National Geographic nel mondo.
La mostra è curata da Peter Bottazzi che ha progettato il percorso espositivo e da Biba Giacchetti di Sudest57 che rappresenta McCurry e ne cura tutte le attività espositive. L’allestimento, di grande impatto scenografico e studiato appositamente per gli ambienti del Santa Maria della Scala, è differenziato in ciascuno degli spazi tematici e si sviluppa attraverso l’antica “strada interna” e gli ambienti adiacenti, oggi sede del museo Archeologico Nazionale.
Come in un “viaggio intorno all’uomo”, la mostra si aprirà con la Scoperta: una grande galleria di ritratti che l’obiettivo di Mc Curry ha raccolto nell’arco della sua lunga esperienza e continua a raccogliere in ogni suo viaggio.
Tra i veli che saranno le quinte di questa galleria, ogni visitatore potrà cercare il suo percorso nel gioco di rimandi che lega tra loro uomini e donne provenienti dai luoghi più disparati della Terra.
Passando attraverso le tracce di una presenza umana più rarefatta, ci si avventurerà poi nella Vertigine della guerra, del dolore e della paura, che McCurry ha documentato con la stessa partecipazione emotiva.
Nella sala successiva il visitatore troverà invece un mondo di Poesia, dove l’uomo si riscatta, si avvicina alla natura e allo spirito e ritrova la gioia di vivere. La sorpresa e lo Stupore caratterizzeranno la quarta sezione, dove si incontrano le immagini più curiose e inattese, dove l’uomo ritrova lo sguardo dell’infanzia e l’incanto della vita. In una ultima tappa del “viaggio intorno all’uomo” sarà la volta della Memoria, con la proiezione, nei Magazzini della Cordicella, di un documentario di National Geographic in cui si racconta la ricerca di Sharbat Gula, la piccola afgana, 20 anni dopo l’incontro da cui è nata una delle immagini più famose di tutta la fotografia mondiale.
Saranno presentate in mostra oltre 200 foto, stampate in vari formati, con una netta prevalenza delle grandi dimensioni. In un video realizzato da Epson sarà raccontato, come in un back stage, il delicato lavoro della stampa a colori su carta fotografica.
La mostra di Steve McCurry arriva a Siena dopo aver raggiunto 400.000 visitatori in 4 città italiane, rinnovandosi ogni volta nell’allestimento, studiato appositamente per dialogare con ambienti di grande suggestione come quelli del Santa Maria della Scala, e nella selezione delle immagini esposte. Anche la mostra senese comprenderà una antologia di tutta la produzione di McCurry, con numerose delle sue immagini più famose, scattate nel corso degli oltre 30 anni della sua straordinaria carriera di fotografo e di reporter, insieme ad una selezione molto ampia dei suoi lavori più recenti: il progetto The last roll con le immagini scattate utilizzando l'ultimo rullino prodotto dalla Kodak, gli ultimi viaggi a Cuba, in Thailandia e in Birmania, con una spettacolare serie di immagini dedicate al Buddismo, il viaggio in Africa tra Tanzania ed Etiopia e una selezione delle fotografie scattate nei recenti e numerosi soggiorni italiani.
A tutti i visitatori verrà consegnata gratuitamente una audio guida nella quale lo stesso Steve McCurry racconta in prima persona le sue foto e attraverso di esse la sua avventura umana e professionale. Una novità, che sorprenderà anche coloro che conoscono da tempo il lavoro di McCurry, con aneddoti, racconti, punti di vista, contesti e storie appassionanti.
Sarà inoltre attivo il servizio di prenotazione via internet o call center. Per le scuole il Servizio didattico del Santa Maria della Scala organizza diversi e coinvolgenti laboratori didattici.
Steve McCurry / Icons, a cura di Biba Giacchetti, è il volume realizzato da Sudest57 e Steve McCurry Studio in cui il fotografo e la curatrice hanno selezionato le 50 immagini più belle, le più famose ma anche quelle verso le quali McCurry nutre un particolare sentimento. In una lunga conversazione tra i due, per la prima volta Steve McCurry racconta le sue icone, svelandone spesso i retroscena.
un larghissimo pubblico, soprattutto di giovani, che nelle sue fotografie riconoscono un modo di guardare il nostro tempo e, in un certo senso, "si riconoscono".
Ogni suo ritratto racchiude un complesso universo di esperienze, storie, emozioni, dolori, paure, speranze. «Ho imparato a essere paziente. Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te», spiega McCurry. Veterano di National Geographic, sempre in viaggio, più facilmente in qualche parte dell’Asia che non in America, Steve McCurry ha fatto del viaggiare una sua dimensione di vita: «Perché già il solo viaggiare e approfondire la conoscenza di culture diverse, mi procura gioia e mi dà una carica inesauribile».
Nato a Philadelphia nel 1950, Steve McCurry comincia presto a collaborare come fotografo con un giornale locale. Dopo tre anni decide di recarsi in India e comporre il suo primo vero portfolio con immagini del viaggio. Dopo la pubblicazione del suo primo lavoro importante sull’Afghanistan, collabora con alcune delle riviste più prestigiose: Time, Life, Newsweek, Geo e il National Geographic. Inviato su mille fronti di guerra, da Beirut alla Cambogia, dal Kuwait all’ex Jugoslavia, all’Afghanistan, Steve McCurry si è sempre spinto in prima linea rischiando la vita pur di testimoniare gli effetti e le conseguenze dei conflitti in tutto il mondo. Membro dell’agenzia Magnum dal 1985, vincitore di molti premi foto giornalistici, Steve McCurry è l’autore del celeberrimo reportage sulla ragazza divenuta icona del conflitto afghano sulle pagine del National Geographic nel mondo.
La mostra è curata da Peter Bottazzi che ha progettato il percorso espositivo e da Biba Giacchetti di Sudest57 che rappresenta McCurry e ne cura tutte le attività espositive. L’allestimento, di grande impatto scenografico e studiato appositamente per gli ambienti del Santa Maria della Scala, è differenziato in ciascuno degli spazi tematici e si sviluppa attraverso l’antica “strada interna” e gli ambienti adiacenti, oggi sede del museo Archeologico Nazionale.
Come in un “viaggio intorno all’uomo”, la mostra si aprirà con la Scoperta: una grande galleria di ritratti che l’obiettivo di Mc Curry ha raccolto nell’arco della sua lunga esperienza e continua a raccogliere in ogni suo viaggio.
Tra i veli che saranno le quinte di questa galleria, ogni visitatore potrà cercare il suo percorso nel gioco di rimandi che lega tra loro uomini e donne provenienti dai luoghi più disparati della Terra.
Passando attraverso le tracce di una presenza umana più rarefatta, ci si avventurerà poi nella Vertigine della guerra, del dolore e della paura, che McCurry ha documentato con la stessa partecipazione emotiva.
Nella sala successiva il visitatore troverà invece un mondo di Poesia, dove l’uomo si riscatta, si avvicina alla natura e allo spirito e ritrova la gioia di vivere. La sorpresa e lo Stupore caratterizzeranno la quarta sezione, dove si incontrano le immagini più curiose e inattese, dove l’uomo ritrova lo sguardo dell’infanzia e l’incanto della vita. In una ultima tappa del “viaggio intorno all’uomo” sarà la volta della Memoria, con la proiezione, nei Magazzini della Cordicella, di un documentario di National Geographic in cui si racconta la ricerca di Sharbat Gula, la piccola afgana, 20 anni dopo l’incontro da cui è nata una delle immagini più famose di tutta la fotografia mondiale.
Saranno presentate in mostra oltre 200 foto, stampate in vari formati, con una netta prevalenza delle grandi dimensioni. In un video realizzato da Epson sarà raccontato, come in un back stage, il delicato lavoro della stampa a colori su carta fotografica.
La mostra di Steve McCurry arriva a Siena dopo aver raggiunto 400.000 visitatori in 4 città italiane, rinnovandosi ogni volta nell’allestimento, studiato appositamente per dialogare con ambienti di grande suggestione come quelli del Santa Maria della Scala, e nella selezione delle immagini esposte. Anche la mostra senese comprenderà una antologia di tutta la produzione di McCurry, con numerose delle sue immagini più famose, scattate nel corso degli oltre 30 anni della sua straordinaria carriera di fotografo e di reporter, insieme ad una selezione molto ampia dei suoi lavori più recenti: il progetto The last roll con le immagini scattate utilizzando l'ultimo rullino prodotto dalla Kodak, gli ultimi viaggi a Cuba, in Thailandia e in Birmania, con una spettacolare serie di immagini dedicate al Buddismo, il viaggio in Africa tra Tanzania ed Etiopia e una selezione delle fotografie scattate nei recenti e numerosi soggiorni italiani.
A tutti i visitatori verrà consegnata gratuitamente una audio guida nella quale lo stesso Steve McCurry racconta in prima persona le sue foto e attraverso di esse la sua avventura umana e professionale. Una novità, che sorprenderà anche coloro che conoscono da tempo il lavoro di McCurry, con aneddoti, racconti, punti di vista, contesti e storie appassionanti.
Sarà inoltre attivo il servizio di prenotazione via internet o call center. Per le scuole il Servizio didattico del Santa Maria della Scala organizza diversi e coinvolgenti laboratori didattici.
Steve McCurry / Icons, a cura di Biba Giacchetti, è il volume realizzato da Sudest57 e Steve McCurry Studio in cui il fotografo e la curatrice hanno selezionato le 50 immagini più belle, le più famose ma anche quelle verso le quali McCurry nutre un particolare sentimento. In una lunga conversazione tra i due, per la prima volta Steve McCurry racconta le sue icone, svelandone spesso i retroscena.