(tratto da: www.consorziobrunellodimontalcino.net)
Con i futures sul grano duro anche gli agricoltori possono garantirsi la redditività delle colture e migliorare l’appeal rispetto a coltivazioni concorrenti che dispongono già di questi strumenti di copertura, vedi, sempre in agricoltura, i “fine wines” protagonisti delle aste e dei portafogli degli investitori. L’Ansa,
infatti, nel dare la notizia dell’arrivo di “Agrex”, il future italiano sul grano duro, sottolinea “il precedente illustre dei futures sul Brunello di Montalcino, anche se, in quel caso, si tratta di acquistare lotti di vino direttamente dal produttore quando il nettare di Bacco si trova ancora in cantina per la maturazione, senza transitare su un mercato regolamentato”. È sì, perché come spiega, a WineNews, Stefano Cordero di Montezemolo, direttore dell’European School of Economics e professore all’Università degli Studi di Firenze “per poter guadagnare in modo sistematico da questi asset (grandi vini che hanno una rivalutazione importante nel tempo, come i francesi di Bordeaux, Borgogna, Châteauneuf-du-Pape e Brunello di Montalcino), il segreto fondamentale è quello di acquistare questi vini prima della loro effettiva uscita sul mercato, facendo un po’ una scommessa”.
E tra una scommessa e l’altra c’è la certezza che la finanza stia guardando sempre di più all’agricoltura, ultima riprova, proprio la creazione di questo nuovo strumento finanziario, inedito per l’Italia, esistono già del contratti di acquisto simili in Canada, grande produttore mondiale di grano duro, mentre a Parigi vengono scambiati futures su grano tenero e sul mais. Con Agrex, il neonato segmento di Idem, mercato dei derivati di Borsa Italiana, il primo future europeo sul grano duro, sarà scambiato per la prima volta il prossimo 21 gennaio e potranno acquistarlo tutti, dagli operatori con l’accesso diretto al mercato ai piccoli risparmiatori interessati a scommettere sulle materie prime tramite gli intermediari.
Con i futures sul grano duro anche gli agricoltori possono garantirsi la redditività delle colture e migliorare l’appeal rispetto a coltivazioni concorrenti che dispongono già di questi strumenti di copertura, vedi, sempre in agricoltura, i “fine wines” protagonisti delle aste e dei portafogli degli investitori. L’Ansa,
infatti, nel dare la notizia dell’arrivo di “Agrex”, il future italiano sul grano duro, sottolinea “il precedente illustre dei futures sul Brunello di Montalcino, anche se, in quel caso, si tratta di acquistare lotti di vino direttamente dal produttore quando il nettare di Bacco si trova ancora in cantina per la maturazione, senza transitare su un mercato regolamentato”. È sì, perché come spiega, a WineNews, Stefano Cordero di Montezemolo, direttore dell’European School of Economics e professore all’Università degli Studi di Firenze “per poter guadagnare in modo sistematico da questi asset (grandi vini che hanno una rivalutazione importante nel tempo, come i francesi di Bordeaux, Borgogna, Châteauneuf-du-Pape e Brunello di Montalcino), il segreto fondamentale è quello di acquistare questi vini prima della loro effettiva uscita sul mercato, facendo un po’ una scommessa”.
E tra una scommessa e l’altra c’è la certezza che la finanza stia guardando sempre di più all’agricoltura, ultima riprova, proprio la creazione di questo nuovo strumento finanziario, inedito per l’Italia, esistono già del contratti di acquisto simili in Canada, grande produttore mondiale di grano duro, mentre a Parigi vengono scambiati futures su grano tenero e sul mais. Con Agrex, il neonato segmento di Idem, mercato dei derivati di Borsa Italiana, il primo future europeo sul grano duro, sarà scambiato per la prima volta il prossimo 21 gennaio e potranno acquistarlo tutti, dagli operatori con l’accesso diretto al mercato ai piccoli risparmiatori interessati a scommettere sulle materie prime tramite gli intermediari.