Il grido di dolore che arriva dagli allevatori sull'Amiata. I pastori sono costretti a controllare le pecore dall'alba al tramonto.
Allarme lupi in Val d'Orcia e Amiata. La Coldiretti denuncia danni, derivanti dagli attacchi anche in stalla, per oltre ventimila euro subiti nello scorso anno. Per limitare gli attacchi dei lupi i pastori sono costretti a controllare le pecore dall’alba al tramonto.
L’ultimo episodio, a Pienza. Pietro Putgioni, presidente della coop agricola Val d’Orcia lo racconta con grande preoccupazione.
«I lupi non hanno più paura di nulla, siamo costretti a guardare le pecore di giorno e di notte. Sono arrivati fino alla porta della stalla. L’altro ieri siamo corsi a radunare le pecore e a prendere in braccio gli agnelli. È una situazione insostenibile, le colture vengono distrutte da cinghiali e caprioli e gli allevamenti dai lupi. Se chi di dovere non prenderà le indispensabili decisioni per attuare strumenti di contegno, costringeranno tutti a chiudere».
«A causa dello choc post aggressione gli animali possono arrivare – spiega Fausto Ligas, presidente Coldiretti Siena – a diminuire del 50% la produzione giornaliera di latte. Per un periodo indefinito, da qualche settimana a molti mesi. Un danno che non viene risarcito, così come gli aborti. Il prezzo di mercato di un agnello varia da 35 a 45 euro (a seconda del peso e del periodo) e anche su questo aspetto non esiste alcuna forma di indennizzo». (Tratto da www.lanazione.it, di Massimo Cherubini)
Allarme lupi in Val d'Orcia e Amiata. La Coldiretti denuncia danni, derivanti dagli attacchi anche in stalla, per oltre ventimila euro subiti nello scorso anno. Per limitare gli attacchi dei lupi i pastori sono costretti a controllare le pecore dall’alba al tramonto.
L’ultimo episodio, a Pienza. Pietro Putgioni, presidente della coop agricola Val d’Orcia lo racconta con grande preoccupazione.
«I lupi non hanno più paura di nulla, siamo costretti a guardare le pecore di giorno e di notte. Sono arrivati fino alla porta della stalla. L’altro ieri siamo corsi a radunare le pecore e a prendere in braccio gli agnelli. È una situazione insostenibile, le colture vengono distrutte da cinghiali e caprioli e gli allevamenti dai lupi. Se chi di dovere non prenderà le indispensabili decisioni per attuare strumenti di contegno, costringeranno tutti a chiudere».
«A causa dello choc post aggressione gli animali possono arrivare – spiega Fausto Ligas, presidente Coldiretti Siena – a diminuire del 50% la produzione giornaliera di latte. Per un periodo indefinito, da qualche settimana a molti mesi. Un danno che non viene risarcito, così come gli aborti. Il prezzo di mercato di un agnello varia da 35 a 45 euro (a seconda del peso e del periodo) e anche su questo aspetto non esiste alcuna forma di indennizzo». (Tratto da www.lanazione.it, di Massimo Cherubini)