di Marco Biagi
(VAL D'ORCIA - terra d'eccellenza, n°8)
La fitoterapia può a ragione essere definita un’antica disciplina medica che utilizza le virtù delle piante medicinali per la cura dell’uomo.(VAL D'ORCIA - terra d'eccellenza, n°8)
L’aspetto più interessante di questa materia tuttavia non risiede nella sua millenaria storia, ma nelle incredibili e pochissimo conosciute potenzialità attuali
delle piante medicinali, basate sulla profonda conoscenza della chimica, della farmacologia, della tossicologia e della tecnica farmaceutica di oggi, capaci di utilizzare al meglio le caratteristiche uniche dei prodotti vegetali e più in generale naturali.
La fitoterapia si distingue per l’utilizzo di prodotti costituiti da una miscela di composti che costituiscono il caratteristico “fitocomplesso” di una pianta. Questa complessità chimica conferisce al prodotto fitoterapico caratteristiche peculiari ed un profilo di attività biologica molto diverso dal farmaco monomolecolare.
Alcuni vantaggi del fitocomplesso, come la modulazione aspecifica di diversi bersagli molecolari o la migliore stabilità dei principi attivi, sono noti da tempo ai ricercatori in campo medico e hanno permesso lo sviluppo e la registrazione di specialità medicinali fitoterapiche. Altri elementi caratterizzanti del fitoterapico di notevole impatto sono solo oggi invece sotto i riflettori della ricerca e merita una nota particolare il problema sempre più diffuso della resistenza dei batteri e dei funghi patogeni ai comuni antibiotici, resistenza che d’altro canto ad oggi non è mai stata riscontrata verso un fitocomplesso. La possibilità di sviluppare fitoterapici ad attività antibatterica quindi è di grandissima attualità e negli ultimi anni sono state fatte molte nuove acquisizioni che probabilmente sono destinate ad entrare nella pratica clinica dei prossimi anni.
Grazie all’attività di ricerca che ho condotto insieme al mio gruppo presso l’Università degli Studi di Siena, negli ultimi anni ho potuto studiare e apprezzare l’attività antimicrobica di molti estratti e prodotti fitoterapici, ma tra tutti, il prodotto che più ci ha stupito è stata la propoli.
Le api ci regalano un prodotto preziosissimo che possiede caratteristiche di attività e sicurezza di utilizzo di grande interesse.
La propoli è una sostanza resinosa che le api elaborano dopo la raccolta dalle gemme e dalla corteccia delle piante. È una sostanza di origine vegetale elaborata dalle api la grazie all’aggiunta di cera, polline ed enzimi.
Secondo le specie di raccolta, il colore della propoli può variare dal giallo-verde (prevalenza di pini) al rossiccio (prevalenza di pioppi), fino al nero (betulle), con tutte le sfumature possibili tra questi colori. Anche l'odore, intensamente aromatico, cambia in base alle sostanze presenti, così come il sapore, che dal tipico acre-amaro può arrivare fino quasi a dolce.
La propoli viene raccolta nelle arnie, viene ripulita dalle impurezze e dai pollini e spesso viene decerata per ottenere una materia prima con minor rischio di sensibilizzazione allergica. La propoli viene a questo punto estratta con etanolo ad opportuna gradazione, utilizzando un rapporto tra propoli e solvente solitamente compreso tra 1:3 e 1:10. L’estrazione viene prolungata per almeno 21 giorni per ottenere, dopo filtrazione, quella che è comunemente chiamata tintura di propoli. Altri solventi meno utilizzati per l’estrazione della materia prima sono la glicerina e etanolo, per ottenere macerati glicerinati e il glicole per preparazioni non ad uso alimentare. A partire dall’estratto alcolico oggi è possibile ottenere estratti secchi di propoli che hanno una maggiore versatilità di utilizzo, sorpassano il problema della componente alcolica e trovano applicazione per la formulazione di capsule, compresse e bustine.
La propoli ha una straordinaria complessità chimica e contiene oltre trecento diversi costituenti, tra cui i caratteristici flavonoidi che rappresentano i principali costituenti attivi biologicamente. I flavonoidi della propoli più caratteristici sono la galangina, l’acacetina, la pinocembrina, la crisina, la quercetina; ai flavonoidi si accompagna un altro costituente dotato di un ampio profilo di attività, l’estere feniletilico dell’acido caffeico (CAPE).
Una buona propoli, come ogni altro prodotto, si riconosce dalla concentrazione dei suoi principi attivi che deve essere sempre riportato in etichetta. Tradizionalmente gli estratti liquidi come le tinture vengono “titolati” riportando la concentrazione della propoli nel campione finale, che come detto deve essere compreso tra 1:3 e 1:10; gli estratti secchi invece dovrebbero riportare il contenuto in flavonoidi totali che non deve essere inferiore al 3%.
L’utilizzo tradizionale della propoli per alleviare il cosiddetto mal di gola e nelle infezioni delle prime vie aeree è oggi consolidato da robusti studi clinici e da un’ampia evidenzia sperimentale che hanno dimostrato come in effetti i più comuni patogeni di questi distretti anatomici, perlopiù streptococchi e stafilococchi, siano molto sensibili e non siano capaci di resistere all’azione della propoli. All’attività contribuiscono anche le due altre attività farmacologiche principali della propoli, quella antiossidante e antinfiammatoria, che permettono di intervenire anche sugli aspetti infiammatori derivati dalle infezioni.
Per trattare i sintomi delle malattie da raffreddamento è possibile utilizzare uno spray con tintura di propoli, da nebulizzare due o tre volte per tre o quattro volte al giorno, per almeno cinque giorni consecutivi. Un’efficace alternativa è rappresentata dall’utilizzo di 150-200 mg di estratto secco (tipicamente una compressa dei prodotti di alta qualità presenti sul mercato), due o tre volte al giorno, sciolta in un bicchiere di acqua calda in cui si sia sciolto un buon cucchiaio da caffè di miele; anche in questo caso è opportuno prolungare il trattamento per cinque giorni.
Il ruolo preventivo della propoli nelle comuni malattie da raffreddamento è ancora dibattuto ed è stato oggetto di uno studio anche del nostro gruppo di ricerca. I risultati non permettono di evidenziare un ruolo preventivo della propoli (se non in associazione a altre piante medicinali dotate di attività immunostimolante come echinacea o astragalo o uncaria) e sebbene essa sia dotata di attività immunomodulante, è l’attività antinfiammatoria e antimicrobica ad essere prevalente (in maniera molto semplicistica si può dire che la propoli ha un meccanismo d’azione simile a quello dell’acido acetilsalicilico), facendo riservare l’utilizzo della propoli nel trattamento della sintomatologia delle malattie da raffeddamento.
Le caratteristiche antimicrobiche e antinfiammatorie della propoli consentono di utilizzarla razionalmente e con efficacia per uso esterno, nelle infiammazioni cutanee e nelle ferite. Oltre alla tintura è possibile utilizzare una crema alla propoli da applicare sulla parte interessata.
Una nuova e promettente acquisizione, orgogliosamente conquistata dagli studi condotti a Siena, riguarda l’attività protettiva della mucosa gastrica da parte della propoli. Infatti, questo prodotto apistico è risultato sorprendentemente efficace nel combattere l’infezione da Helicobacter pylori che è la causa principale dell’insorgenza di gastrite cronica, ulcera e tutte le altre patologie più gravi a carico dello stomaco. In attesa di riscontri clinici e una sperimentazione più vasta, per adesso è impensabile considerare la propoli come l’alternativa al trattamento antibiotico contro Helicobacter pylori, ma il suo ruolo può essere altrettanto importante come complemento alla terapia classica per aumentarne l’efficacia e minimizzare gli effetti collaterali derivati da un massiccio utilizzo di antibiotici. Per la gastroprotezione, la propoli deve essere utilizzata come estratto secco al dosaggio di 250-350 mg per due volte al giorno.
Ecco la vera potenza della fitoterapia, ed ecco svelato brevemente tutto il potenziale di un fitocomplesso come quello della propoli: contemporanea attività antimicrobica, antiossidante e antinfiammatoria in un solo prodotto, traguardo irraggiungibile anche per il più moderno dei farmaci di sintesi (che ha dalla sua una potenza d’azione tipicamente molto maggiore nella singola attività). Per chiudere è importante sottolineare che la propoli è un prodotto sicuro, accompagnato da scarsi e rari effetti collaterali, il più comune dei quali è la risposta allergica al prodotto. In attesa di ulteriori dati di sicurezza, l’utilizzo della propoli è sconsigliato in gravidanza, in allattamento e nella prima infanzia.