di Andrea Cappelli
(VAL D'ORCIA - terra d'eccellenza, n°7)
Uno storico produttore di Brunello e consulente vinicolo internazionale, oltre venti piccole e medie aziende vinicole, autentiche eccellenze del 'made in Italy', sapientemente unite sotto un nome che ne garantisce qualità e provenienza, nell’intento di promuoverle e rilanciarle sui mercati italiani ed esteri.
E ancora, la consapevolezza che il vino, la cui storia è antica quanto quella dell’umanità, è veicolo di cultura e civiltà. Sono le fondamenta del progetto “Ex vinis Gelasio Gaetani d’Aragona”, ideato dall’italianissimo professionista del vino, il conte Gaetani, per dare nuova linfa e prospettive di ampio respiro, sui diversi mercati, a quelle aziende vinicole italiane che, seppur piccole, costituiscono uno dei più grandi patrimoni del Belpaese. Il marchio-ombrello “Ex vinis” vuol essere una nuova opportunità nel comparto e si presenta come un brand di portata internazionale, attraverso il quale sarà data visibilità ai singoli marchi di aziende italiane che, per tradizione familiare e passione autentica, sono rimaste fedeli alle migliori tecniche di produzione. L’obiettivo del progetto è consentire l’accesso alla selezione a un massimo di 25 aziende per garantire tutta la dovuta attenzione a ognuna di esse e costruire sinergie concrete fra di loro. Tra le prime adesioni al progetto 13 aziende da otto regioni: dal Piemonte, il Castello di Gabiano del Marchese Cattaneo Adorno e la Cascina Pastori, dalla Liguria, Prima Terra, dalla Toscana, la Tenuta Il Moro di San Giovanni, Caia Rossa, Villa Pinciana e Baroni Miceli di Serradileo, dall'Abruzzo, il Contado Veniglio, dalla Campania, Marisa Cuomo e Cantine Di Marzo, dalla Puglia, Azienda Soloperto, dalla Basilicata, Paternoster, dalla Sicilia Azienda Principi Alliata di Villafranca. Nelle intenzioni di Gaetani, “Ex Vinis”, collegato al suo nome, sarà una sorta di pas-partout per gli “artigiani del vino” che, unendosi e facendo squadra, al centro di iniziative di sostegno e promozione costante, avranno maggior garanzia di riconoscibilità a livello mondiale, in un momento in cui la crisi economica rende la vita più difficile proprio alle piccole e medie imprese. L’iniziativa di Gaetani è già delineata nell’anteprima del sito www.exvinis.com, attraverso il quale sarà possibile conoscere le realtà delle aziende selezionate, scoprirne la storia e i prodotti, ma anche curiosare nel “diario” del conte, che, via via, documenterà tutti i suoi incontri più significativi legati all’universo del vino. Da settembre sarà possibile acquistare on line le bottiglie della selezione. Inoltre sarà presentato quello che Gaetani ha denominato il “Codice d’Aragona” che, in poche parole, consiste nell’individuazione di alcuni parametri essenziali e necessari per metter ordine alle nostre idee a proposito dell’interpretazione e conoscenza del vino in generale: ovvero, come sei fattori fondamentali – annata, terroir, vitigno, lavorazioni in vigna e in cantina e personalità del produttore, il regista, il direttore d’orchestra - incidano in modo determinante nella realizzazione di un vino. Il progetto interpreta in pieno la tendenza del mercato globale, che impone uno sforzo nuovo e più imponente nella comunicazione delle identità e della cultura, che è dietro le produzioni di qualità. Il settore vinicolo, nonostante la crisi, riserva grandi opportunità, oltre a esser riconosciuto come il comparto capace di trainare tutto il settore agroalimentare. A testimoniarlo è l’ultima indagine Istat, che rivela una crescita consistente dell’export dei vini italiani, la cui produzione raggiunge un valore di oltre 4,4 miliardi di euro con un volume di 24 milioni di ettolitri, portando l’Italia a una quota di mercato del 22% a livello mondiale e facendola ritenere il primo produttore di vino al mondo in termini di volumi e il secondo, dopo la Francia, in termini di valore. Sempre secondo Istat, tra i paesi maggiormente interessati all'importazione di vini 'made in Italy' ci sono la Germania, il Regno Unito e gli Stati Uniti. Ma non è tutto: si stanno aprendo grandi opportunità anche sul mercato sudamericano, in cui spicca il ruolo del Brasile, che importa dall'Italia il 14% del vino che consuma. E se si vuol fare un accenno allo spumante italiano, il mercato, in continua evoluzione, nel 2011 ha fatto registrare importazioni per 5 milioni di dollari. Un dato da non sottovalutare. E poi la Cina, un mercato difficilissimo, dove anche i grandi del vino italiano stentano a imporsi, ma irrinunciabile. I dati legati alle opportunità in questo Paese sono da grandi sfide: un miliardo e trecento milioni di abitanti, una classe media da 450 milioni di prosne in continua evoluzione, che, oggi, corrisponde alla somma di quella di cinque paesi europei insieme e nel 2020 si prevede possa addirittura raddoppiare… Eppure una cultura del vino praticamente assente – solo il 10% dell’alcol consumato in Cina è vino, contro il 90% di spirits e solo il 6% di vino italiano importato contro il 55% del francese - con tantissimo da fare in termini di trasferimento culturale dell’enogastronomia italiana. Per questo, altro principio fondante di “Ex vinis” sta nel percorrere e sperimentare ciò che i tempi oggi richiedono per il bene dell’economia del nostro Paese: cioè una politica di cooperazione, una strategia di alleanze per arrivare ad avere massa critica e agredire mercati lontani e sconfinati, come quello cinese. Insomma, un’operazione di “co-marketing” o marketing cooperativo, intendendo con ciò la volontà di chiamare a raccolta più operatori uniti nella “mission” e capaci di portare alla causa specifiche risorse, che siano tecnologiche, strategiche, finanziarie o umane. Gaetani d’Aragona investe si, sulle piccole e medie aziende, credendo nel valore assoluto di questo patrimonio, ma la chiave di volta per il vino italiano, soprattutto per ciò che riguarda i mercati esteri e in particolare la Cina, a suo avviso dipenderà sempre più dalla capacità degli imprenditori italiani di fare sistema. In altre parole, solo se unite le imprese italiane potranno avere le risorse, la capacità e la massa critica necessaria per approcciare, in modo efficace, realtà complesse, culturalmente e geograficamente lontane, come appunto la Cina, costituendo un forte nesso tra produzione e distribuzione e tentando di colmare la distanza, in termini di comunicazione, che il vino francese vanta nei confronti del vino italiano. Per le aziende di “Ex vinis”, biglietto da visita internazionale di un bouquet di cantine, molte sono le iniziative già in programma. Per tornare alla Cina, è di questi giorni la sigla dell’accordo col gruppo “Gelardini & Romani Wine Auction” per l’organizzazione di una road show a Hong Kong in novembre e a Nanchang nell’aprile 2013, attraverso la quale Gaetani sarà impegnato nel comunicare, promuovere e trasferire alla comunità cinese la cultura del vino italiano abbinato al cibo. Dice Gaetani: “Non tutti sanno quanto il popolo cinese sia completamente a digiuno riguardo alla conoscenza del vino italiano, che necessita di una vera e propria integrazione nella loro cultura alimentare, tanto distante e diversa dalla nostra, malgrado gli spaghetti siano un’invenzione cinese importata da Marco Polo”. “Va specificato poi - aggiunge Gaetani - che il consumo relativamente maggiore dei famosi “top brands” francesi, come lo Chateau Lafite, non è dovuto all’apprezzamento effettivo della qualità del prodotto, quanto al marchio famoso, che ha il valore di status symbol, a cui i cinesi tengono molto. Tanto è vero – continua Gaetani – che su dieci bottiglie di Chateau Lafite consumate in Cina, nove sono dei “fake”, ovvero dei prodotti falsi e contraffatti”. Per E' alla firma inoltre un impegno con Gribaudo - casa editrice della Feltrinelli specializzata in libri di cucina - per realizzare un libro di ricette italiane ideate ad hoc sui vini della selezione. Ne è già prevista la traduzione in diverse lingue, tra cui il cinese, per facilitare l’introduzione dei nostri vini su quei territori. Un altro impegno è alla firma col gruppo editoriale francese “Assouline” di Prosper Assouline per la realizzazione di un libro fotografico sul vino italiano insieme alla celebre fotografa internazionale Aline Coquelle. E ancora è già operativo l’accordo con l’artista Enrico Melozzi, violoncellista, compositore, direttore d’orchestra e anche art director della “Cinik Records Art & Sound Studio”, che selezionerà canzoni, musiche, suoni da abbinare ai vini della selezione. “Musiche anche poco note, ma tutte capaci di comunicare la caparbietà e la passione che ci sono dietro produzioni di qualità - sottolinea Gaetani - musiche adatte a esaltare i colori, i sapori e i profumi di un prodotto vivo e con una sua personalità… per vivere una vera e propria esperienza sensoriale attraverso il mondo del vino”. Non c’è dubbio che, alla base di tutto, vi sia un atto d’amore nei confronti del vino: “E’ una parte importantissima della mia vita, della mia storia personale – spiega Gelasio Gaetani – Euripide sosteneva che dove non è vino non è amore … E’ un pò così anche per me”.
(VAL D'ORCIA - terra d'eccellenza, n°7)
Uno storico produttore di Brunello e consulente vinicolo internazionale, oltre venti piccole e medie aziende vinicole, autentiche eccellenze del 'made in Italy', sapientemente unite sotto un nome che ne garantisce qualità e provenienza, nell’intento di promuoverle e rilanciarle sui mercati italiani ed esteri.
E ancora, la consapevolezza che il vino, la cui storia è antica quanto quella dell’umanità, è veicolo di cultura e civiltà. Sono le fondamenta del progetto “Ex vinis Gelasio Gaetani d’Aragona”, ideato dall’italianissimo professionista del vino, il conte Gaetani, per dare nuova linfa e prospettive di ampio respiro, sui diversi mercati, a quelle aziende vinicole italiane che, seppur piccole, costituiscono uno dei più grandi patrimoni del Belpaese. Il marchio-ombrello “Ex vinis” vuol essere una nuova opportunità nel comparto e si presenta come un brand di portata internazionale, attraverso il quale sarà data visibilità ai singoli marchi di aziende italiane che, per tradizione familiare e passione autentica, sono rimaste fedeli alle migliori tecniche di produzione. L’obiettivo del progetto è consentire l’accesso alla selezione a un massimo di 25 aziende per garantire tutta la dovuta attenzione a ognuna di esse e costruire sinergie concrete fra di loro. Tra le prime adesioni al progetto 13 aziende da otto regioni: dal Piemonte, il Castello di Gabiano del Marchese Cattaneo Adorno e la Cascina Pastori, dalla Liguria, Prima Terra, dalla Toscana, la Tenuta Il Moro di San Giovanni, Caia Rossa, Villa Pinciana e Baroni Miceli di Serradileo, dall'Abruzzo, il Contado Veniglio, dalla Campania, Marisa Cuomo e Cantine Di Marzo, dalla Puglia, Azienda Soloperto, dalla Basilicata, Paternoster, dalla Sicilia Azienda Principi Alliata di Villafranca. Nelle intenzioni di Gaetani, “Ex Vinis”, collegato al suo nome, sarà una sorta di pas-partout per gli “artigiani del vino” che, unendosi e facendo squadra, al centro di iniziative di sostegno e promozione costante, avranno maggior garanzia di riconoscibilità a livello mondiale, in un momento in cui la crisi economica rende la vita più difficile proprio alle piccole e medie imprese. L’iniziativa di Gaetani è già delineata nell’anteprima del sito www.exvinis.com, attraverso il quale sarà possibile conoscere le realtà delle aziende selezionate, scoprirne la storia e i prodotti, ma anche curiosare nel “diario” del conte, che, via via, documenterà tutti i suoi incontri più significativi legati all’universo del vino. Da settembre sarà possibile acquistare on line le bottiglie della selezione. Inoltre sarà presentato quello che Gaetani ha denominato il “Codice d’Aragona” che, in poche parole, consiste nell’individuazione di alcuni parametri essenziali e necessari per metter ordine alle nostre idee a proposito dell’interpretazione e conoscenza del vino in generale: ovvero, come sei fattori fondamentali – annata, terroir, vitigno, lavorazioni in vigna e in cantina e personalità del produttore, il regista, il direttore d’orchestra - incidano in modo determinante nella realizzazione di un vino. Il progetto interpreta in pieno la tendenza del mercato globale, che impone uno sforzo nuovo e più imponente nella comunicazione delle identità e della cultura, che è dietro le produzioni di qualità. Il settore vinicolo, nonostante la crisi, riserva grandi opportunità, oltre a esser riconosciuto come il comparto capace di trainare tutto il settore agroalimentare. A testimoniarlo è l’ultima indagine Istat, che rivela una crescita consistente dell’export dei vini italiani, la cui produzione raggiunge un valore di oltre 4,4 miliardi di euro con un volume di 24 milioni di ettolitri, portando l’Italia a una quota di mercato del 22% a livello mondiale e facendola ritenere il primo produttore di vino al mondo in termini di volumi e il secondo, dopo la Francia, in termini di valore. Sempre secondo Istat, tra i paesi maggiormente interessati all'importazione di vini 'made in Italy' ci sono la Germania, il Regno Unito e gli Stati Uniti. Ma non è tutto: si stanno aprendo grandi opportunità anche sul mercato sudamericano, in cui spicca il ruolo del Brasile, che importa dall'Italia il 14% del vino che consuma. E se si vuol fare un accenno allo spumante italiano, il mercato, in continua evoluzione, nel 2011 ha fatto registrare importazioni per 5 milioni di dollari. Un dato da non sottovalutare. E poi la Cina, un mercato difficilissimo, dove anche i grandi del vino italiano stentano a imporsi, ma irrinunciabile. I dati legati alle opportunità in questo Paese sono da grandi sfide: un miliardo e trecento milioni di abitanti, una classe media da 450 milioni di prosne in continua evoluzione, che, oggi, corrisponde alla somma di quella di cinque paesi europei insieme e nel 2020 si prevede possa addirittura raddoppiare… Eppure una cultura del vino praticamente assente – solo il 10% dell’alcol consumato in Cina è vino, contro il 90% di spirits e solo il 6% di vino italiano importato contro il 55% del francese - con tantissimo da fare in termini di trasferimento culturale dell’enogastronomia italiana. Per questo, altro principio fondante di “Ex vinis” sta nel percorrere e sperimentare ciò che i tempi oggi richiedono per il bene dell’economia del nostro Paese: cioè una politica di cooperazione, una strategia di alleanze per arrivare ad avere massa critica e agredire mercati lontani e sconfinati, come quello cinese. Insomma, un’operazione di “co-marketing” o marketing cooperativo, intendendo con ciò la volontà di chiamare a raccolta più operatori uniti nella “mission” e capaci di portare alla causa specifiche risorse, che siano tecnologiche, strategiche, finanziarie o umane. Gaetani d’Aragona investe si, sulle piccole e medie aziende, credendo nel valore assoluto di questo patrimonio, ma la chiave di volta per il vino italiano, soprattutto per ciò che riguarda i mercati esteri e in particolare la Cina, a suo avviso dipenderà sempre più dalla capacità degli imprenditori italiani di fare sistema. In altre parole, solo se unite le imprese italiane potranno avere le risorse, la capacità e la massa critica necessaria per approcciare, in modo efficace, realtà complesse, culturalmente e geograficamente lontane, come appunto la Cina, costituendo un forte nesso tra produzione e distribuzione e tentando di colmare la distanza, in termini di comunicazione, che il vino francese vanta nei confronti del vino italiano. Per le aziende di “Ex vinis”, biglietto da visita internazionale di un bouquet di cantine, molte sono le iniziative già in programma. Per tornare alla Cina, è di questi giorni la sigla dell’accordo col gruppo “Gelardini & Romani Wine Auction” per l’organizzazione di una road show a Hong Kong in novembre e a Nanchang nell’aprile 2013, attraverso la quale Gaetani sarà impegnato nel comunicare, promuovere e trasferire alla comunità cinese la cultura del vino italiano abbinato al cibo. Dice Gaetani: “Non tutti sanno quanto il popolo cinese sia completamente a digiuno riguardo alla conoscenza del vino italiano, che necessita di una vera e propria integrazione nella loro cultura alimentare, tanto distante e diversa dalla nostra, malgrado gli spaghetti siano un’invenzione cinese importata da Marco Polo”. “Va specificato poi - aggiunge Gaetani - che il consumo relativamente maggiore dei famosi “top brands” francesi, come lo Chateau Lafite, non è dovuto all’apprezzamento effettivo della qualità del prodotto, quanto al marchio famoso, che ha il valore di status symbol, a cui i cinesi tengono molto. Tanto è vero – continua Gaetani – che su dieci bottiglie di Chateau Lafite consumate in Cina, nove sono dei “fake”, ovvero dei prodotti falsi e contraffatti”. Per E' alla firma inoltre un impegno con Gribaudo - casa editrice della Feltrinelli specializzata in libri di cucina - per realizzare un libro di ricette italiane ideate ad hoc sui vini della selezione. Ne è già prevista la traduzione in diverse lingue, tra cui il cinese, per facilitare l’introduzione dei nostri vini su quei territori. Un altro impegno è alla firma col gruppo editoriale francese “Assouline” di Prosper Assouline per la realizzazione di un libro fotografico sul vino italiano insieme alla celebre fotografa internazionale Aline Coquelle. E ancora è già operativo l’accordo con l’artista Enrico Melozzi, violoncellista, compositore, direttore d’orchestra e anche art director della “Cinik Records Art & Sound Studio”, che selezionerà canzoni, musiche, suoni da abbinare ai vini della selezione. “Musiche anche poco note, ma tutte capaci di comunicare la caparbietà e la passione che ci sono dietro produzioni di qualità - sottolinea Gaetani - musiche adatte a esaltare i colori, i sapori e i profumi di un prodotto vivo e con una sua personalità… per vivere una vera e propria esperienza sensoriale attraverso il mondo del vino”. Non c’è dubbio che, alla base di tutto, vi sia un atto d’amore nei confronti del vino: “E’ una parte importantissima della mia vita, della mia storia personale – spiega Gelasio Gaetani – Euripide sosteneva che dove non è vino non è amore … E’ un pò così anche per me”.