(VAL D'ORCIA - terra d'eccellenza, n°6)
Mio padre, nato alla fine
dell’ottocento, tenendo con il pollice una foglia di Salvia appoggiata sui
denti, la strusciava con energia, anche per due volte al giorno, come si fa
oggi con spazzolino e dentifricio. Aveva imparato questa strana tecnica, a poco
più di diciotto anni, da un Generale dell’Esercito Italiano, con il quale era
rimasto per qualche mese a lavorare come attendente alla fine della guerra
15-18. Ad ottanta anni aveva perso un solo dente perché, schiacciando con
questi le noci, si era rotto.
La usavano gli alchimisti
egiziani, insieme ad altre profumate spezie, per imbalsamare i morti, la
usavano gli atleti greci nelle prime olimpiadi, e gli organizzatori non
volevano, “doping”; raccontano Discoride e Galeno, a conferma della tecnica
di mio padre, che era uso popolare usarla sui denti per stimolarli, sbiancarli
e togliere il cattivo alito. Racconta inoltre Discoride che si usavano una o
due foglie di Salvia fresca sulle ferite come disinfettante, ed anche oggi si
può fare, in mancanza di un rimedio
più immediato, aspettando poi di
curarsi con medicamenti appropriati.
I Romani la chiamavano salus (salute) Salvia o herba sacra ed era usatissima in cucina
come pianta aromatica, conferendo così, ieri come oggi, un gustoso sapore ai cibi
non sapendo però che alcune sue proprietà officinali ne facilitano la
digestione. Linneo le attribuì il nome di officinalis per il suo conosciutissimo, nei secoli,
uso in erboristeria.
La Salvia officinalis,
all’interno delle Labiate, è una delle circa 900 specie distribuite su tutti i
continenti con caratteristiche diverse per morfologia, biologia e merceologia.
La “nostra” ha foglie di colore verde
con sopra appiccicata una leggera velatura di polvere; rilascia allo stesso
tempo un forte odore canforato, dovuto al suo olio essenziale.
Le proprietà riconosciute alla
Salvia sono molteplici. Riesce a regolarizzare il flusso mestruale, contrasta i
disturbi della menopausa, riduce la sudorazione di mani e ascelle e quella di
malati e convalescenti facendo bagni, maniluvi e pediluvi e sempre per le
stesse finalità può essere assunta sotto forma di tisana, di tintura
idroalcolica o di olio essenziale (usato con cautela). Contro l’eccessiva
sudorazione il beneficio ricavato da alcune somministrazioni può durare anche
per diversi giorni. Blocca la secrezione lattea riuscendo a svezzare i bimbi
più grandicelli che mal volentieri lasciano il seno materno. La Salvia ha
proprietà digestiva, stimolante delle funzioni gastriche e dell’appetito,
antisettica ed antispasmodica; efficace contro infiammazioni di gola e tonsille
perché l’olio essenziale in essa contenuta svolge azione lenitiva. Ottima per
ulcere della bocca e stomatiti, allevia il gonfiore addominale, abbassa gli
zuccheri nel sangue, ha azione fungicida, antibatterica e cicatrizzante grazie
all’azione della salvina, aumenta le capacità della memoria ed in infuso
bollito (vino rosso, salvia e miele) è calmante della tosse secca.
I principi attivi della Salvia
sono gli acidi fenolici (rosmarinico, clorogenico, caffeico, oleanolico), i
principi amari come la picrosalvina e la salvina, i flavonoidi glucosidi
dell’apigenina e della luteolina, i triterpeni come la betulina e vitamine B1 e
C.
L’olio essenziale contiene alfa e
beta tujoene, alfa e beta pinene, limonene, confora, cineolo, borneolo e
acetato di linalile. L’olio, preso sempre sotto prescrizione medica, ha azione
antimicrobica, antiossidante e lenisce i disturbi gastrointestinali.
Ma non tutte rose e fiori sono le
sue proprietà; infatti ha diverse controindicazioni e direi in alcuni casi veri
e propri divieti. Contiene un chetone neurotossico (tujone) che se ingerito ad
alte dosi, ha un impatto negativo sia sull’uso culinario che su quello
medicinale. La Salvia si usa dunque sempre come aroma ma mai come insalata e
una normativa europea stabilisce il limite massimo di tujone nei cibi che è di
25mg/Kg nel caso di cibi aromatizzati con la stessa.
Nelle fasi curative la
neurotossicità del tujone può generare crisi convulsive, quindi da evitare
preparati a base di salvia, peggio ancora cure con oli essenziali, per chi
soffre di epilessia. Olio essenziale ed estratti alcolici sono vietati durante
la gravidanza sia perché stimolano le contrazioni uterine, sia perché riescono
a bloccare la lattazione. L’uso medicinale della salvia è sconsigliato per chi
soffre di disturbi renali. Possono essere tossici, quindi da scartare,
preparati ad uso locale come creme e oli da massaggio che vengono assorbiti attraverso la pelle o le mucose.