di Raffaele Giannetti
(VAL D'ORCIA - terra d'eccellenza, n°6)
Tempo fa avevo redatto una lista
di nomi interessanti e, per me, sconosciuti o non del tutto chiari nel loro
etimo, o semplicemente evocativi: arzigogolo,
guazzabuglio, ringuattarello, panzana e
panzanella… Ma, come sempre succede
quando le scadenze si
allungano, si finisce per scegliere quanto ci consiglia l’ultimo minuto. Fra gli amici della rivista si è recentemente parlato di antichi mestieri, e così la scelta è stata facile.
allungano, si finisce per scegliere quanto ci consiglia l’ultimo minuto. Fra gli amici della rivista si è recentemente parlato di antichi mestieri, e così la scelta è stata facile.
Devo dire che questa non sarà una
disquisizione dotta, né poco né molto, ma soltanto un altro episodio della mia
insanabile ostilità nei confronti del dizionario etimologico. Non che io
pretenda di avere ragione, solo non credo che la pura fonetica, spogliata di
psicologia e cultura, possa condurre troppo lontano.
Incuriosito, dunque, dalla bella
parola mestiere – che avrei messo in
testa a tutte quelle designanti, appunto, gli specifici mestieri come fabbro, falegname, sarto –,
consulto il dizionario e vi leggo una spiegazione che mi sorprende; qui,
infatti, con molti dubbi e condizionali, si cita il latino tardo misterium (da ministerium e quindi minister,
‘ministro’, ‘servitore’), che si sarebbe addirittura confuso con mysterium, ‘mistero’.1
Dobbiamo sapere che il ministro
antico, il minister, è colui che
amministra, somministra, serve: è un addetto o un sacerdote; è relativo a un
ufficio o a un culto; che sia laico o religioso, dipende da una sovranità
superiore. La sua origine è scolpita nel prefisso minus, che significa ‘meno’.
Ben altro avevo pensato io del mestiere, il quale non sembra né un
servigio reso a qualche entità superiore e spesso astratta, né un mistero.
Ora, il mestiere, con i suoi numerosi modi di dire, da essere del mestiere ai ferri
del mestiere, indica sempre una particolare abilità pratica, per così dire una
maestria, che sia quella di un
capomastro, di un master o di un
altro maestro. Come dire che il mestiere
non deriva dal minus del minister, ma dal magis (che vuol dire ‘più’) del magister.
L’esercizio di un mestiere è l’esercizio di un magistero, e significa essere maestri di un’arte.
Gli etimologi potrebbero, a loro
volta, dimostrare la plausibilità fonetica di questa idea che è solo culturale.
- M. Cortelazzo & P. Zolli, Dizionario etimologico della lingua italiana, III, Bologna, Zanichelli, 1983, alla voce «mestière».