“Il disciplinare resterà così com’è”. Così Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, al Corriere Fiorentino, spiega che “non cambieremo, restiamo un’isola felice”. L’unica novità rispetto al passato sarà l’inserimento dell’irrigazione di soccorso che non serve a aumentare la produzione ma solo a migliorare la già alta qualità delle uve che, in annate difficili, causa siccità, come il
2011 e il 2012. Il presidente spiega anche quanto conta la natura e quanto il lavoro dell’uomo: “in un’annata climaticamente normale è l’uomo che fa la differenza, ma comunque si ricordi che è sempre la vigna che fa l’uva e non l’enologo”. E l’età della vigna quanto conta? “Una vigna di 4o anni supera molto più agevolmente le difficoltà di quanto non possa fare una vigna di nuovo impianto”. Il mondo del Brunello è in crisi? “Certo abbiamo avuto un periodo boom negli anni Novanta, ma tuttora il Brunello è un’isola felice nel panorama nazionale”. Qualche numero? “A Montalcino il Brunello frutta 150 milioni di euro all’anno e diamo da lavorare in media a 2-3 mila addetti diretti. La nostra forza è poi che quasi il 70 per cento viene esportato”. E l’Italia che acquirente di Brunello è? “In Italia non è un problema vendere il Brunello. Il problema è incassare i denari”.