Sabato 5 maggio ore 17.30 |Teatrino di Palazzo Chigi | San Quirico d’Orcia
La tesi si suddivide in due parti distinte ma interdipendenti: l’una di riflessione su tematiche attuali relative al paesaggio, alla sua identità e alle questioni di carattere etico che al paesaggio sono connesse; l’altra di carattere antologico a definire in
modo esemplare il territorio
che si estende sul versante meridionale del senese.
Si affronta il tema della identità di un paesaggio quale viene costruita attraverso testimonianze che ne sottolineano, nel corso del tempo, le caratteristiche più eminenti e riconoscibili. Abbiamo scelto il territorio che si estende dalla città di Siena verso sud, lungo la traiettoria anticamente rappresentata dalla via Francigena e che anche in epoca moderna ha costituito la principale arteria del viaggio verso Roma per chi provenisse dai paesi dell’ Europa continentale.
L’identità di questo territorio che da Siena giunge fino al fiume Paglia, linea di confine con lo Stato Pontificio, infatti viene nella tesi ricostruita sulla base delle pagine che ci hanno lasciato numerosi scrittori e viaggiatori. Esse ci permettono di delineare connotati paesistici ben definiti improntati, specialmente all’epoca del Grand Tour, al sentimento dell’orrido, del sublime, del ‘negletto’ e dell’ ‘aspro’. Una natura scarsamente ospitale e cruda che suscita sovente nel viaggiatore uno stato d’animo insieme di fascinazione e di inquietudine.
La scelta di tale paradigma paesistico è esemplare soprattutto, tra l’altro, se confrontata con l’attuale percezione che di questi luoghi viene unanimemente riconosciuta a partire dall’attribuzione di Patrimonio dell’Umanita’ che nel 2004 l’UNESCO ha ritenuto di dover assegnare a questo territorio.
La tesi riflette, a partire dalle questioni attuali relative ad uno specifico e identificabile paesaggio, ossia alla sua valenza estetica, sulle compatibilità antropologico-culturali, che riteniamo possano contribuire a considerare l’opportunità di un percorso armonico orientato all’etica della responsabilità, piuttosto che ad una mera conservazione e sovente banalizzazione dell’icona.
Al paesaggio sono inscindibilmente legati la cultura, i riferimenti simbolici, la pluralità e la storia delle comunità residenti. Nel paesaggio la compresenza non si declina solo nello spazio, ma anche nel tempo, producendo un patrimonio condiviso di valori.
L’intento della tesi è quello di ragionare intorno alla capacità progettuale e ad un approccio prospettico, anche delle comunità locali, forti di una tanto viva persistenza storica relativa alla immagine e percezione di luoghi così fortemente significativi per la civilta’ europea.
Tale approccio dunque richiede una valutazione del paesaggio improntata a questioni di pertinenza squisitamente etica.
Sostenibilità, condivisione, consapevolezza: temi che riteniamo non possano essere piu’ disattesi e che tuttavia impongono un attento approfondimento sensibile alle questioni che comportano responsabilità culturali, civili e politiche.
Per quanto abbiamo sommariamente illustrato è parso opportuno corredare la tesi di una antologia di testi che sono ormai entrati, grazie all’accurata opera di studiosi, nella bibliografia specifica relativa al paesaggio senese, a partire da Joseph Addison fino a Charles Dickens.
Special thanks Prof. Alberto Olivetti
La tesi si suddivide in due parti distinte ma interdipendenti: l’una di riflessione su tematiche attuali relative al paesaggio, alla sua identità e alle questioni di carattere etico che al paesaggio sono connesse; l’altra di carattere antologico a definire in
modo esemplare il territorio
che si estende sul versante meridionale del senese.
Si affronta il tema della identità di un paesaggio quale viene costruita attraverso testimonianze che ne sottolineano, nel corso del tempo, le caratteristiche più eminenti e riconoscibili. Abbiamo scelto il territorio che si estende dalla città di Siena verso sud, lungo la traiettoria anticamente rappresentata dalla via Francigena e che anche in epoca moderna ha costituito la principale arteria del viaggio verso Roma per chi provenisse dai paesi dell’ Europa continentale.
L’identità di questo territorio che da Siena giunge fino al fiume Paglia, linea di confine con lo Stato Pontificio, infatti viene nella tesi ricostruita sulla base delle pagine che ci hanno lasciato numerosi scrittori e viaggiatori. Esse ci permettono di delineare connotati paesistici ben definiti improntati, specialmente all’epoca del Grand Tour, al sentimento dell’orrido, del sublime, del ‘negletto’ e dell’ ‘aspro’. Una natura scarsamente ospitale e cruda che suscita sovente nel viaggiatore uno stato d’animo insieme di fascinazione e di inquietudine.
La scelta di tale paradigma paesistico è esemplare soprattutto, tra l’altro, se confrontata con l’attuale percezione che di questi luoghi viene unanimemente riconosciuta a partire dall’attribuzione di Patrimonio dell’Umanita’ che nel 2004 l’UNESCO ha ritenuto di dover assegnare a questo territorio.
La tesi riflette, a partire dalle questioni attuali relative ad uno specifico e identificabile paesaggio, ossia alla sua valenza estetica, sulle compatibilità antropologico-culturali, che riteniamo possano contribuire a considerare l’opportunità di un percorso armonico orientato all’etica della responsabilità, piuttosto che ad una mera conservazione e sovente banalizzazione dell’icona.
Al paesaggio sono inscindibilmente legati la cultura, i riferimenti simbolici, la pluralità e la storia delle comunità residenti. Nel paesaggio la compresenza non si declina solo nello spazio, ma anche nel tempo, producendo un patrimonio condiviso di valori.
L’intento della tesi è quello di ragionare intorno alla capacità progettuale e ad un approccio prospettico, anche delle comunità locali, forti di una tanto viva persistenza storica relativa alla immagine e percezione di luoghi così fortemente significativi per la civilta’ europea.
Tale approccio dunque richiede una valutazione del paesaggio improntata a questioni di pertinenza squisitamente etica.
Sostenibilità, condivisione, consapevolezza: temi che riteniamo non possano essere piu’ disattesi e che tuttavia impongono un attento approfondimento sensibile alle questioni che comportano responsabilità culturali, civili e politiche.
Per quanto abbiamo sommariamente illustrato è parso opportuno corredare la tesi di una antologia di testi che sono ormai entrati, grazie all’accurata opera di studiosi, nella bibliografia specifica relativa al paesaggio senese, a partire da Joseph Addison fino a Charles Dickens.
Special thanks Prof. Alberto Olivetti