(tratto da www.oksiena.it)
Il syngas, ottenuto dal legno di conifera dei boschi dell’Amiata, produrrà elettricità e calore sul territorio di Radicofani. Il progetto è stato presentato sabato 19 maggio al teatro di Radicolfani nell’ambito di un’iniziativa organizzata da Legambiente e dall’associazione Chimica Verde. La gassificazione delle biomasse è una tecnologia che ha avuto di
recente notevoli sviluppi.
E’ un processo termochimico che non brucia la biomassa legnosa ma la trasforma in una miscela gassosa, detta syngas, che consente di produrre energia rinnovabile con minori impatti ambientali e con maggiore efficienza rispetto ai tradizionali sistemi di combustione delle biomasse.
“In questo settore si sviluppano innovazioni che rendono sempre più conveniente l’uso delle energie rinnovabili – dichiara il senatore Francesco Ferrante, membro della Commissione Agricoltura del Senato - Ma con gli attuali decreti presentati dal Governo Monti, che introducono troppe pastoie burocratiche negli iter di autorizzazione degli impianti, rischiamo di vanificare i progetti di tante imprese italiane. Facciamo appello alle Regioni perché si impegnino a snellire queste procedure e a rendere più agevole lo sviluppo la diffusione delle rinnovabili nel nostro Paese”.
L’impianto sull’Amiata, che avrà le dimensioni di un Megawatt, è uno dei primi impianti di gassificazione in Italia. Verrà costruito dal gruppo lombardo Terruzzi e sarà gestito da Foxy Energy, emanazione di Volta Energy, azienda toscana operante nel campo dell’elettricità da fonti rinnovabili.
“Le biomasse hanno un ruolo fondamentale nel futuro energetico dell’Italia e dell’Europa – afferma Beppe Croce, responsabile di Legambiente per l’agricoltura non food – e dobbiamo sviluppare tecnologie sempre più pulite ed efficienti, nel rispetto degli ecosistemi agricoli e forestali e della loro biodiversità”.
Sarà, inoltre, alimentato da una filiera strettamente locale con particolare attenzione all’ambiente boschivo e al paesaggio. Verrà infatti utilizzato solo legno di conifere, di specie non tradizionali dei boschi dell’Amiata e parte del territorio soggetto a taglio ceduo sarà ripiantumato con altre essenze autoctone.
Il syngas, ottenuto dal legno di conifera dei boschi dell’Amiata, produrrà elettricità e calore sul territorio di Radicofani. Il progetto è stato presentato sabato 19 maggio al teatro di Radicolfani nell’ambito di un’iniziativa organizzata da Legambiente e dall’associazione Chimica Verde. La gassificazione delle biomasse è una tecnologia che ha avuto di
recente notevoli sviluppi.
E’ un processo termochimico che non brucia la biomassa legnosa ma la trasforma in una miscela gassosa, detta syngas, che consente di produrre energia rinnovabile con minori impatti ambientali e con maggiore efficienza rispetto ai tradizionali sistemi di combustione delle biomasse.
“In questo settore si sviluppano innovazioni che rendono sempre più conveniente l’uso delle energie rinnovabili – dichiara il senatore Francesco Ferrante, membro della Commissione Agricoltura del Senato - Ma con gli attuali decreti presentati dal Governo Monti, che introducono troppe pastoie burocratiche negli iter di autorizzazione degli impianti, rischiamo di vanificare i progetti di tante imprese italiane. Facciamo appello alle Regioni perché si impegnino a snellire queste procedure e a rendere più agevole lo sviluppo la diffusione delle rinnovabili nel nostro Paese”.
L’impianto sull’Amiata, che avrà le dimensioni di un Megawatt, è uno dei primi impianti di gassificazione in Italia. Verrà costruito dal gruppo lombardo Terruzzi e sarà gestito da Foxy Energy, emanazione di Volta Energy, azienda toscana operante nel campo dell’elettricità da fonti rinnovabili.
“Le biomasse hanno un ruolo fondamentale nel futuro energetico dell’Italia e dell’Europa – afferma Beppe Croce, responsabile di Legambiente per l’agricoltura non food – e dobbiamo sviluppare tecnologie sempre più pulite ed efficienti, nel rispetto degli ecosistemi agricoli e forestali e della loro biodiversità”.
Sarà, inoltre, alimentato da una filiera strettamente locale con particolare attenzione all’ambiente boschivo e al paesaggio. Verrà infatti utilizzato solo legno di conifere, di specie non tradizionali dei boschi dell’Amiata e parte del territorio soggetto a taglio ceduo sarà ripiantumato con altre essenze autoctone.