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Fanghi: Radicofani ne ha abbastanza!

(di Tiziana Bindi)
Si continua a parlare di fanghi in Val d’Orcia, non di quelli utilizzati dai centri termali per i trattamenti benessere... magari! Trattasi purtroppo di spandimento fanghi provenienti da impianti di depurazione italiani fra le nostre crete, pratica che ha messo sull’attenti i ‘radicofanesi’, Sindaco compreso.

È nato così un gruppo di protesta cittadino per salvaguardare l’indotto del territorio che, sia per la via Francigena che lo attravera, che per il fascino del suo borgo, è vocato al piccolo commercio e all’attività agrituristica. 300 le firme raccolte in questo senso, 'sostenute' anche in consiglio comunale dove è stato votato quasi all’unanimità un’importante variante al regolamento urbanistico relativo allo spargimento di fanghi in agricoltura, per la sospensione della concessione delle autorizzazioni.
Per dare l’ idea del problema a chi non lo vive da vicino come i ‘radicofanesi’, basti ricordare quel terribile odore di alcune estati fa proveniente da alcuni campi sulla cassia a pochi km dal bivio di Castiglione d’Orcia in direzione Roma. Gli imprenditori agrituristici confinanti a quell’area di smaltimento ancora raccontano le lamentele dei loro ospiti che, infastiditi dal cattivissimo odore, dicevano di essere arrivati per soggiornare nella Val d’Orcia più intima, ma non fino a quel punto.
Ebbene si tratta della stessa pratica di spandimento, che per fortuna il Sindaco Simonetti, al tempo in carica al comune di Castiglione d’Orcia, riuscì a fermare dopo pochi giorni.

Negli ultimi anni lo spargimento dei fanghi si è esteso anche in altre aree dell’eccellenza senese come le Crete, la Val di Chiana e il Comune di Sovicille.
Questa pratica, che solleva le preoccupazioni di associazioni, sindaci e d’interi paesi, sia per l’odore ‘nauseabondo’ che per la dubbia provenienza dei fanghi, è spesso richiesta dagli stessi agricoltori che nell’utilizzarli come ammendante ricevono un compenso per lo smaltimento.
Una pratica sicura - commenta l’assessore all’ambiente Berni - anche alla luce di un lavoro di controllo meticoloso e costante.
In tal senso la Provincia è impegnata in iniziative volte a introdurre una revisione alla direttiva europea che ne regola anche la provenienza, perché al momento la legge italiana prevede lo smaltimento su tutto il territorio nazionale, senza possibilità alcuna che i comuni possano scegliere di smaltire nei loro terreni solo fanghi locali, nel nostro caso provenienti dall’ambito interprovinciale Siena - Arezzo - Grosseto. (http://www.iltoscano.org/fanghi-radicofani-provincia-si-sveglia).

Ad oggi le autorizzazioni rilasciate dalla Provincia vanno ad aumentare, proporzionalmente alla messa in funzione di nuovi impianti di depurazione che stanno nascendo in molti centri abitati.
A Radicofani da circa un anno si sono moltiplicate le richieste da parte di coltivatori diretti di effettuare questa pratica; dai 300ha esistenti, qualora fossero autorizzate le nuove richieste si passerebbe a circa 1000ha di terreni destinatari di spandimento di fanghi. Circa l’80% delle provenienze in Provincia perverrebbe a Radicofani.
Nelle ultime settimane l’Amministrazione Comunale di Radicofani ha inoltre chiamato in causa il Difensore Civico della Regione Toscana, che ha subito richiesto alla Provincia di sospendere il rilascio di nuove autorizzazioni allo spandimento, invitando lo stesso Comune, la Regione Toscana e la Provincia di Siena ad organizzare un Tavolo di Concertazione che si è svolto il 27 Settembre. Durante l'incontro il Sindaco Magrini ha chiesto al funzionario Regionale una normativa che tuteli i Comuni appartenenti a siti Unesco finalizzata a smaltire solo i fanghi prodotti a Km 0, cioè i propri, per la salvaguardia dell'economia e dell'immagine dell'intero territorio.

Intervista a Cinzia Borsetti, 'radicofanese Doc', membro del gruppo di protesta
Come è nata questa protesta cittadina?
La protesta cittadina è nata in modo assolutamente spontaneo, con la richiesta diffusa tra la gente di voler dimostrare il proprio disaccordo, intanto con una firma. L’Amministrazione Comunale è stata  pronta ad opporsi in modo deciso all’ampliamento di tale pratica sostenendo, come i cittadini, che ciascun Comune debba provvedere a smaltire i “propri” fanghi da depurazione. Anche il Presidente della Comunutà Montana del senese ha manifestato solidarietà alla gente e impegno nei confronti degli Enti competenti a sottoporre ad un attento esame la questione. Il Comune di Radicofani, Bandiera Arancione dal 2007 è inserito nel bellissimo contesto del Parco della Val d’Orcia, sito Unesco, territorio che dal 1999 la Regione Toscana ha riconosciuto come Area Naturale Protetta di Interesse Locale “ANPIL”. Con quale coerenza rischiamo di ricevere l’80% dei fanghi che arrivano in provincia? C’è già un eccesso di concentrazione di questo materiale da smaltire!

Da quanto tempo ed in quali territori avviene lo spandimento dei fanghi?
Questa pratica avviene già da diversi anni tra Contignano e Radicofani ed in seguito al moltiplicarsi di richieste, soprattutto relative al 2011, c’è il rischio che gli attuali 300 ettari destinati ai
fanghi possano diventare 1000!

Chi rilascia le autorizzazioni?
Le licenze o autorizzazioni vengono rilasciate dall’Amministrazione Provinciale di Siena su disposizioni normative comunitarie recepite poi da normative nazionali e poi regionali che disciplinano lo smaltimento dei rifiuti in generale e dei ‘rifiuti speciali’ in particolare, che sono quelli di cui stiamo parlando. Ciò che può essere fatto è rivedere la regolamentazione, competenza specifica della Regione Toscana.
Ufficialmente che cosa sono i fanghi? Ci sono sospetti sulla loro regolarità?
La normativa regolamenta le percentuali di metalli pesanti sulla sostanza secca, il dettaglio si trova nel D.L. 27 gennaio 1992, n.99, i cosiddetti ‘fanghi’ sono i residui dei processi di depurazione sottoposti ad altri trattamenti chimici per essere idonei allo spandimento. Noi non possiamo ‘sospettare’ ciò di cui non siamo in grado di accertare, perché l’accertamento è competenza di altri soggetti (quanti ne sono stati effettuati ed in quanto tempo?).

Chi effettua i controlli?
I controlli devono essere fatti dall’Ente competente al rilascio dell’autorizzazione, cioè l’Assessorato all’Ambiente, tramite  la Polizia Provinciale e l’Arpat.
In quanto alle conclamate dichiarazioni di innocuità dei fanghi da depurazione invitiamo chi rilascia tali dichiarazioni pubbliche ad attivarsi per goderne un po’ nei propri territori di residenza!
Se sono tanto innocui ci domandiamo come mai i camion partono dall’Abruzzo, dal Lazio, dalla Calabria, percorrono 400/500 Km per venire a Radicofani?

Quali iniziative state portando avanti e quali avete in programma?
Intendiamo continuare a confrontarci e seguire con attenzione i passaggi di questa pratica nella consapevolezza che il buon senso porta sempre buoni risultati per tutti.