tratto da: (www.frescodiweb.it)
Gli apicoltori italiani riuniti a Montalcino per la “Settimana del Miele” lanciano l’allarme: la preziosa varietà arborea rischia di scomparire. Ce lo dicono in modo chiaro le api.Da Montalcino gli apicoltori del Belpaese lanciano l’allarme. L’Italia dei castagni – 800.000 prima in Europa per estensione – rischia di scomparire a causa del Cinipide. Si tratta di un parassita che dissecca le chiome di queste piante. Ce lo fanno
capire le api, “sentinelle” ambientali per definizione. Gli insetti pronubi, infatti, sono sempre alla ricerca di fiori da impollinare per produrre una delle varietà di miele. Tra queste, la più pregiata è quella di castagno. Il pericolo che questa specie arboree scompaia è il leitmotiv della “Settimana del Miele” che termina oggi a Montalcino.
«Rispetto agli altri Paesi del mondo, le nostre api stanno bene – mette in evidenza Francesco Panella, presidente dell’Unaapi – e sono tornate in salute grazie alla sospensione dei neonicotinoidi, insetticidi killer che spopolano gli alveari, il valore reale del business del miele italiano, se si considera il servizio di impollinazione fornito dalle api all’agricoltura, supera i 2,5 miliardi di euro».
In una produzione 2011 stimata intorno ai 130.000, – in cui sono impegnati 75.000 apicoltori con 1,1 milioni di alveari – il rischio è di perdere una delle eccellenze del miele italiano, il castagno, è molto alto. Il Cinipide, è un parassita che provoca il disseccamento di gran parte delle chiome, distruggendo questa specie vegetale, tra i principali componenti del nostro equilibrio idrogeologico. Il castagno, oltre ai suoi frutti, fornisce uno dei prodotti più importanti e diffusi da sempre nella nostra alimentazione: il miele dal colore e dal gusto inconfondibili.
Il segnale dell’opera devastatrice del Cinipide arriva dalle api, dirette responsabili degli equilibri ambientali e delle produzioni agricole del nostro Paese. I preziosi imenotteri non riescono più a trovare fiori da impollinare per produrre il miele castagno, molto apprezzato dai consumatori per le sue peculiarità organolettiche. Il presidente dell’Unaapi termina auspicando la diffusione di un predatore del parassita. «La speranza degli apicoltori è tutta riposta nella celere diffusione di un predatore del parassita, un insetto che viene allevato e lanciato in tutto il Paese dalle amministrazioni regionali – in coordinamento con il ministero dell’Agricoltura – per realizzare la lotta biologica».
E chiosa: «Il contenimento può dare importanti risultati solo se verrà sufficientemente diffuso lo specifico predatore. E a rischio, non c’è solo il miele di castagno, ma anche l’eucalipto: negli oltre 60.000 ettari a eucalipto del nostro Paese si è diffuso quest’anno un parassita “d’importazione” (un insetto simile a una piccola vespa) che provoca effetti disastrosi, prima con defogliazione e quindi con la morte delle piante».
M.R.