Un’abitazione vera e propria, aperta ai visitatori, che sintetizzerà in maniera efficiente e modulare domotica, bioedilizia, risparmio energetico e Feng Shui
Dovrebbe essere pronta per gennaio 2012 nel cuore della Val d’Orcia, a Pienza, il prototipo espositivo della casa perfetta, un’abitazione vera e propria, aperta ai visitatori, che sintetizzerà in maniera efficiente e modulare domotica, bioedilizia, risparmio energetico e Feng Shui.
E va da sé che la casa perfetta sarebbe destinata a diventare l’unità base della città intelligente. Il progetto che si chiama Casa 21 e ha ottenuto i riconoscimenti fino anche dal Palazzo di vetro, porta la firma dell’architetto Simone Seddio dello studio di architettura di Busto Arsizio Pigreco progetti che ci spiega perchè vivendo in abitazioni di questo tipo le città potrebbero diventare più intelligenti.
Ci racconti come nasce Casa 21…
Io sono un curioso e ho sempre studiato l’architettura conessa alla funzionalità e alla qualità del vivere. Così facendomi ispirare dai principi di Agenda 21 (per agenda 21 si intendono “le cose da fare nel 21esimo secolo” ed è un programma delle Nazioni Unite dedicato allo sviluppo sostenibile dell’impatto umano sull’ambiente, ndr) tra il 2007 e oggi ho realizzato, in collaborazione con una 40ina di aziende produttrici delle varie tecnologie e degli arredi, sei “Casa perfette” dove domotica, bioedilizia, risparmio energetico e Feng Shui, si integrano a vantaggio prima della qualità della vita, poi dell’impatto ambientale.
Perché la qualità della vita viene prima?
Perchè le case sono fatte per vivere. Un mio collega tempo fa per aver usato in casa sua intonaci bio prodotti da farine non stabilizzate, si è trovato i figli con l’epatite. Insomma, c’è bio e bio. Il bio della casa perfetta a mio avviso deve essere nelle fondamenta, negli assi portanti, nell’uso delle calci in esterno e delle intercapedini nell’interno delle mura fatte, ad esempio, con canne lacustri. Ma se l’intonaco bio mi impone ad esempio un colore grigio, e io ho bisogno dell’energia vitale del rosso tanto caro al Feng Shui, il la parete la dipingo di rosso. La mia energia vitale anche in questo caso viene prima del bio.
Come a dire, la casa è la casa! In molti pensano che la domotica sia da radical chic…
La domotica non è un videogioco di luci e di accensioni automatiche. La domotica è sinomimo di risparmio energetico e di sicurezza. Se pianifico, ad esempio, l’accensione degli elettrodomestici con un timer che eviti che mi vadano in sovrapposizione i carichi energetici, io posso abbassare il voltaggio della mia abitazione a 3 chilowatt, anzicché i sei tradizionalmente usati nelle abitazioni. Con il risultato che intanto spendo di meno, che in caso di corti circuiti si generano minori danni, e risparmio energia elettrica.
Invece il Feng Shui, “l’antica arte geomantica taoista della Cina”, che valore aggiunto può dare a una casa?
Questa arte non è connessa all’estetica ma alla funzionalità dei vari ambienti della casa e al potenziale energetico umano. Le metrature vanno sempre più diminuendosi pertanto è necessario incastrare i pezzi dell’arredo in maniera intelligente per riguadagnare spazi e orizzonti. Allo stesso modo gli orientamenti delle unità abitative dovrebbero “assecondare” i flussi energetici: stanza da letto a nord e soggiorno a sud, letto orinentato verso nord per favorire il sonno, scrivania verso est per assorbire l’ingresso delle luce e di conseguenza l’energia mentale.
Last but not least: il risparmio energetico…
Be’ come minimo la casa intelligente deve permettere il recupero dell’energia. In quasto caso la differenza la fa la posizione. Se la casa sarà in un’area soleggiata si preferiranno gli impianti fotovoltaici, alternativamente si opterà per gli impianti termici di cogenerazione. In ogni caso la parola d’ordine è abbattere gli sprechi e le dispersioni.
Prima di diventare un museo, Casa 21 ha trovato sei realizzazioni ed è stata esposta ad altrettanti expo. Attualmente infatti sei persone hanno investito nella casa perfetta, e esperienza dopo esperienza l’architetto Seddio, spalleggiato da 40 aziende leader nelle tecnologie domestiche, nell’arredo e nelle costruzioni di alto profilo, è arrivato a implementare il progetto che si è aggiudicato il premio JCI International come miglior progetto di responsabilità sociale d’impresa del 2009. Nel 2012 il museo in una dei comuni più belli e frequentati d’Italia. Una mossa che di certo farà bene al senso civico collettivo.
Dovrebbe essere pronta per gennaio 2012 nel cuore della Val d’Orcia, a Pienza, il prototipo espositivo della casa perfetta, un’abitazione vera e propria, aperta ai visitatori, che sintetizzerà in maniera efficiente e modulare domotica, bioedilizia, risparmio energetico e Feng Shui.
E va da sé che la casa perfetta sarebbe destinata a diventare l’unità base della città intelligente. Il progetto che si chiama Casa 21 e ha ottenuto i riconoscimenti fino anche dal Palazzo di vetro, porta la firma dell’architetto Simone Seddio dello studio di architettura di Busto Arsizio Pigreco progetti che ci spiega perchè vivendo in abitazioni di questo tipo le città potrebbero diventare più intelligenti.
Ci racconti come nasce Casa 21…
Io sono un curioso e ho sempre studiato l’architettura conessa alla funzionalità e alla qualità del vivere. Così facendomi ispirare dai principi di Agenda 21 (per agenda 21 si intendono “le cose da fare nel 21esimo secolo” ed è un programma delle Nazioni Unite dedicato allo sviluppo sostenibile dell’impatto umano sull’ambiente, ndr) tra il 2007 e oggi ho realizzato, in collaborazione con una 40ina di aziende produttrici delle varie tecnologie e degli arredi, sei “Casa perfette” dove domotica, bioedilizia, risparmio energetico e Feng Shui, si integrano a vantaggio prima della qualità della vita, poi dell’impatto ambientale.
Perché la qualità della vita viene prima?
Perchè le case sono fatte per vivere. Un mio collega tempo fa per aver usato in casa sua intonaci bio prodotti da farine non stabilizzate, si è trovato i figli con l’epatite. Insomma, c’è bio e bio. Il bio della casa perfetta a mio avviso deve essere nelle fondamenta, negli assi portanti, nell’uso delle calci in esterno e delle intercapedini nell’interno delle mura fatte, ad esempio, con canne lacustri. Ma se l’intonaco bio mi impone ad esempio un colore grigio, e io ho bisogno dell’energia vitale del rosso tanto caro al Feng Shui, il la parete la dipingo di rosso. La mia energia vitale anche in questo caso viene prima del bio.
Come a dire, la casa è la casa! In molti pensano che la domotica sia da radical chic…
La domotica non è un videogioco di luci e di accensioni automatiche. La domotica è sinomimo di risparmio energetico e di sicurezza. Se pianifico, ad esempio, l’accensione degli elettrodomestici con un timer che eviti che mi vadano in sovrapposizione i carichi energetici, io posso abbassare il voltaggio della mia abitazione a 3 chilowatt, anzicché i sei tradizionalmente usati nelle abitazioni. Con il risultato che intanto spendo di meno, che in caso di corti circuiti si generano minori danni, e risparmio energia elettrica.
Invece il Feng Shui, “l’antica arte geomantica taoista della Cina”, che valore aggiunto può dare a una casa?
Questa arte non è connessa all’estetica ma alla funzionalità dei vari ambienti della casa e al potenziale energetico umano. Le metrature vanno sempre più diminuendosi pertanto è necessario incastrare i pezzi dell’arredo in maniera intelligente per riguadagnare spazi e orizzonti. Allo stesso modo gli orientamenti delle unità abitative dovrebbero “assecondare” i flussi energetici: stanza da letto a nord e soggiorno a sud, letto orinentato verso nord per favorire il sonno, scrivania verso est per assorbire l’ingresso delle luce e di conseguenza l’energia mentale.
Last but not least: il risparmio energetico…
Be’ come minimo la casa intelligente deve permettere il recupero dell’energia. In quasto caso la differenza la fa la posizione. Se la casa sarà in un’area soleggiata si preferiranno gli impianti fotovoltaici, alternativamente si opterà per gli impianti termici di cogenerazione. In ogni caso la parola d’ordine è abbattere gli sprechi e le dispersioni.
Prima di diventare un museo, Casa 21 ha trovato sei realizzazioni ed è stata esposta ad altrettanti expo. Attualmente infatti sei persone hanno investito nella casa perfetta, e esperienza dopo esperienza l’architetto Seddio, spalleggiato da 40 aziende leader nelle tecnologie domestiche, nell’arredo e nelle costruzioni di alto profilo, è arrivato a implementare il progetto che si è aggiudicato il premio JCI International come miglior progetto di responsabilità sociale d’impresa del 2009. Nel 2012 il museo in una dei comuni più belli e frequentati d’Italia. Una mossa che di certo farà bene al senso civico collettivo.