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giovedì 14 luglio 2011

Quale ferita è più dolorosa di una bruciatura?

(Estratto da Erbe di Val d'Orcia, di Augusto de Bellis - 1988, Editori del Grifo)
Certo, oggi, in paese certe pratiche con le erbe non si usano più come una volta quando le nonne avevano un rimedio per ogni malanno. Però, ci sono due o tre ricette popolari che avranno an­cora lunga vita grazie alla loro efficacia per certi malucci di cui og­gi molti si lamentano.
Il fatto più curioso è che, stranamente, la pianticella utilizzata per confezionare un olio antiemorroidale eccellente, non ha un ve­ro e proprio nome volgare, né altro nome comune se
non vaga­mente per qualcuno, quello di "erbina". E' molto facile, dicono, cuocere in olio di oliva una manciata di "erbina", colare, aggiun­gere cera vergine di api e mettere in boccette di vetro, è questo un rimedio sicuro per le emorroidi; io ha avuto la soddisfazione di ac­certarmi che quell'esile ma diffusa erbina dei luoghi aridi, che for­se qualcuno chiama anche "miseria", in contrapposizione alla "ricchezza" (Risetto), nome volgare attribuito ad una pianticella estremamente simile alla precedente, appartiene alla famiglia delle Crassulacee e porta il nome scientifico di Sedum Sexangula- rei.
Una variante alla ricetta antiemorroidale,un pò meno diffusa ma pur sempre valida, sta nell'aggiungere agli ingredienti di cui sopra, lombrichi cotti in olio di oliva.
Quale ferita è più dolorosa di una bruciatura? A Pienza, anco­ra oggi, in qualche casa di origine contadina, viene preparato un unguento con il comunissimo Sambuco o Sambucus nigra L. della famiglia delle Caprifoliacee, del quale viene presa la seconda cor­teccia e cotta con olio e sugna. E' ovvio, che se questa pratica re­siste, lo deve alla sua efficacia.

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