Il Comune di San Quirico d'Orcia introduce un copyright sul paesaggio, anche i celebri cipressi sulla collina. Servirà l'ok sulle immagini.
San Qurico d'Orcia mette il copyright su se stessa. I suoi celebrati colpi d'occhio, a cominciare dall'immagine dei cipressi a corona, ormai assurta a emblema di quiete agreste assoluta, non potranno più essere impiegate per pubblicizzare industrie di materassi e acque minerali, e perfino multinazionali che producono ogm, come accaduto nel passato: chi filmerà dovrà chiedere l'autorizzazione con 15 giorni d'anticipo e, se questa sarà concessa, vigerà comunque l'obbligo di "citare la fonte" delle bellezze che verranno messe in mostra, San Qurico stessa.
Il consiglio comunale della località del Senese, Patrimonio Unesco, con la vallata di cui fa parte, dal 2004, ha approvato il regolamento la settimana scorsa, il tutto è già operativo. I 2.500 abitanti del borgo situato sulla Cassia, tra Pienza, Montalcino e il Monte Amiata, erano stufi di vedere lo sfruttamento a tappeto delle immagini del loro luogo natio: la chiesina di Vilatela, la collina del Podere Belvedere e soprattutto i cipressi. "Li abbiamo visti dappertutto - spiega l'assessore al Turismo, Cristiano Pellegrini - da Posteitaliane a un produttore di materassi, da un noto marchio di acque minerali umbro che ci ha costruito sopra l'intero packaging ad alberghi tedeschi che li hanno pubblicizzati come la 'vista' dall'hotel...".Il caso più eclatante nel 2007, quando la Monsanto, multinazionale delle sementi geneticamente modificate, usò l'iconica visione, consapevole delle sue potenzialità evocative di un mondo bucolico ideale, che la produzione di Ogm era ben lontana dal poter rappresentare. L'amministrazione inviò una lettera di diffida all'azienda, che smise di utilizzare l'immagine. Ma questa fu la goccia capace di far traboccare il vaso e ora, dopo 4 anni e un avvicendamento alla guida del paese (ora c'è il Pd) si è arrivati alla decisione che mette fine allo sfruttamento "ingannevole" delle bellezze naturali e architettoniche di San Quirico.
"Non si tratta di voler penalizzare nessuno - commenta l'assessore alle attività produttive Mauro Taddei, promotore dell'iniziativa -c'è soltanto la volontà di tutelare il territorio da un uso distorto, come talvolta accaduto, vedendo riconosciuto finalmente il principio di reciprocità".
Come detto, l'autorizzazione per fini commerciali o pubblicitari dovrà essere richiesta almeno 15 giorni prima dell'inizio delle riprese e il responsabile comunale del servizio comunicherà poi per scritto l'accoglimento o meno. Nell'immagine pubblicitaria dovrà inoltre essere riportata la dicitura "Ripresa o fotografia effettuata a San Quirico d'Orcia". In caso di riprese o foto non autorizzate, o di uso improprio, previste sanzioni amministrative oltre al risarcimento dei danni eventualmente procurati.
Ma che cosa accadrà ai turisti che si mettono a scattare foto, magari con un cavalletto? "Possono stare tranquilli, non ci saranno 'censure preventive'", rassicura Pellegrini, "nessun vigile che vieta, o sindaca su che cosa si sta fotografando o filmando, le eventuali contromisure verranno prese a posteriori". E neanche lo sfruttamento professionale delle bellezze del borgo "in positivo" (fotografia di architettura, di viaggio, che evidentemente devono citare la fonte), risulterà in alcun modo penalizzato dal nuovo regolamento.