Da Pian dell'Asso alla Pieve di Corsignano, passando per la chiesetta di Vitaleta
Dal territorio di Montalcino a quello di San Quirico, a Pienza, ovvero come ripercorrere a piedi una lunga storia che oggi ci fa ricchi e famosi, ma che ha origini lontane ed umili e ci riporta alle madri antiche. Quattro ore di cammino in tutto. Da Pian dell'Asso (ma qui, se avete gambe, potete arrivare a piedi anche da Montalcino...) si attraversa l'Asso e si risale la collina verso Oria Bianca.
Il tracciato è ben visibile e vi porta in meno di un'ora alla chiesetta della Madonna del Riguardo, da cui si vede San Quirico, dalla parte dei Ponti. Ad un certo punto la strada sale sul crinale e poi scende verso l'antico castello della Repubblica, sulla Francigena. Alla Madonna del Riguardo si arriva da Oria Bianca, lungo la strada bianca che punta verso l'alto. Quattro chilometri sulle Crete e lontano si vede l'antico tracciato della Romea. Sulla destra gli ultimi vigneti lambiscono il territorio sanquirichese; propaggini boscose, sulla sinistra, sembrano trattenere a stento un paesaggio che si perde in una fuga cinerina verso i fossi. Chi cammina punta diritto verso l'alto della collina e quando arriva alla chiesetta e ai cipressi, che ne segnalano la poetica presenza, un paesaggio rinnovato si apre di fronte.
Si arriva a San Quirico sotto i Ponti, dopo aver lasciato la fonte antica sulla sinistra, prima di salire verso l'abitato antico. A San Quirico è piacevole attraversare il centro storico con la Collegiata e Palazzo Chigi in grande evidenza e uscire poi da Porta Cappuccini o Camaldoli, che dir si voglia. Attraversato il pittoresco quartiere sanquirichese che si snoda all'ombra del grande palazzo cardinalizio, si esce dalla porta più bella e si va verso Pienza per breve tratto. Dopo la salita iniziale la strada provinciale diventa pianeggiate e la si lascia, per prendere, sulla destra, la carrabile che va al podere La Buca. Da qui, tenendosi a sinistra, si trova il sentiero che scende nel bosco a precipizio, oltrepassa il fosso sotto il Poggio della Bandita e sale alla celebre chiesetta di Vitaleta.
'Vita laeta' sarebbe il nome originario della cappella antica, che sorgeva sulla strada che portava a Pienza, cappella ricostruita agli inizi del secolo in stile rinascimentale dal Partini, l'architetto senese famoso per avere goticizzato a Siena buona parte della città. Divenuta oggi una icona celebre della Valdorcia, la chiesetta signoreggia sulla collina e introduce il camminatore alla vista di Pienza. Da Vitaleta la strada prosegue e raggiunge la strada comunale bianca, che corre in un paesaggio mozzafiato, fino alla mole antica della casa colonica del podere Costi Lati. È da qui che si prende il sentiero ben visibile sulla destra, che scende a valle, oltrepassa il fosso, tocca la sagoma di Poderi Novi e, in un paesaggio assorto, si arrampica verso la Pieve di Corsignano. Si arriva qui dopo aver lasciato sulla sinistra la splendida Fonte di Porciano col suo arco a ogiva.
La Pieve di Corsignano, con la sua torre cilindrica, la celebre sirena, la fonte antichissima e i due portali ricchissimi, costituisce uno degli esempi più seducenti del romanico senese. Il 'genius loci' di Rutiliano, il nome dell'antico distretto romano dove sorge il tempio, vi attende sul prato: di fronte, la Fonte di Corsignano occhieggia col suo chiacchierio discreto e il suo specchio d'acqua tranquillo. Da lì, volendo, si arriva a Pienza in un attimo, risalendo la collina. Ma per una volta restatevene nel silenzio di questo luogo salvifico, adorabile, senza salire nel corso affollato della Città Ideale. Compireste, in trecento metri, quattrocento anni di storia e in un giorno solo sarebbero davvero troppi. La storia è una medicina che i veri camminatori prendono a piccole dosi. A Pienza andrete, magari, un'altra volta. L'antica Pieve merita l'esclusiva di un giorno di cammino e di contemplazione assoluta.
Itinerario: | Di collegamento |
Tempo: | 4 ore |
Altitudine: | Max. 430 m | minima 230 m |
Percorso: | Guardalo su Google Maps |
Il tracciato è ben visibile e vi porta in meno di un'ora alla chiesetta della Madonna del Riguardo, da cui si vede San Quirico, dalla parte dei Ponti. Ad un certo punto la strada sale sul crinale e poi scende verso l'antico castello della Repubblica, sulla Francigena. Alla Madonna del Riguardo si arriva da Oria Bianca, lungo la strada bianca che punta verso l'alto. Quattro chilometri sulle Crete e lontano si vede l'antico tracciato della Romea. Sulla destra gli ultimi vigneti lambiscono il territorio sanquirichese; propaggini boscose, sulla sinistra, sembrano trattenere a stento un paesaggio che si perde in una fuga cinerina verso i fossi. Chi cammina punta diritto verso l'alto della collina e quando arriva alla chiesetta e ai cipressi, che ne segnalano la poetica presenza, un paesaggio rinnovato si apre di fronte.
Si arriva a San Quirico sotto i Ponti, dopo aver lasciato la fonte antica sulla sinistra, prima di salire verso l'abitato antico. A San Quirico è piacevole attraversare il centro storico con la Collegiata e Palazzo Chigi in grande evidenza e uscire poi da Porta Cappuccini o Camaldoli, che dir si voglia. Attraversato il pittoresco quartiere sanquirichese che si snoda all'ombra del grande palazzo cardinalizio, si esce dalla porta più bella e si va verso Pienza per breve tratto. Dopo la salita iniziale la strada provinciale diventa pianeggiate e la si lascia, per prendere, sulla destra, la carrabile che va al podere La Buca. Da qui, tenendosi a sinistra, si trova il sentiero che scende nel bosco a precipizio, oltrepassa il fosso sotto il Poggio della Bandita e sale alla celebre chiesetta di Vitaleta.
'Vita laeta' sarebbe il nome originario della cappella antica, che sorgeva sulla strada che portava a Pienza, cappella ricostruita agli inizi del secolo in stile rinascimentale dal Partini, l'architetto senese famoso per avere goticizzato a Siena buona parte della città. Divenuta oggi una icona celebre della Valdorcia, la chiesetta signoreggia sulla collina e introduce il camminatore alla vista di Pienza. Da Vitaleta la strada prosegue e raggiunge la strada comunale bianca, che corre in un paesaggio mozzafiato, fino alla mole antica della casa colonica del podere Costi Lati. È da qui che si prende il sentiero ben visibile sulla destra, che scende a valle, oltrepassa il fosso, tocca la sagoma di Poderi Novi e, in un paesaggio assorto, si arrampica verso la Pieve di Corsignano. Si arriva qui dopo aver lasciato sulla sinistra la splendida Fonte di Porciano col suo arco a ogiva.
La Pieve di Corsignano, con la sua torre cilindrica, la celebre sirena, la fonte antichissima e i due portali ricchissimi, costituisce uno degli esempi più seducenti del romanico senese. Il 'genius loci' di Rutiliano, il nome dell'antico distretto romano dove sorge il tempio, vi attende sul prato: di fronte, la Fonte di Corsignano occhieggia col suo chiacchierio discreto e il suo specchio d'acqua tranquillo. Da lì, volendo, si arriva a Pienza in un attimo, risalendo la collina. Ma per una volta restatevene nel silenzio di questo luogo salvifico, adorabile, senza salire nel corso affollato della Città Ideale. Compireste, in trecento metri, quattrocento anni di storia e in un giorno solo sarebbero davvero troppi. La storia è una medicina che i veri camminatori prendono a piccole dosi. A Pienza andrete, magari, un'altra volta. L'antica Pieve merita l'esclusiva di un giorno di cammino e di contemplazione assoluta.